Mister Selfie e ‘mago Silvano’… Sciaudone: “Io un precursore dell’autoscatto. E quel sogno premonitore di Bari-Novara…”
L’emozione di un gol in rovesciata, di quelli che sognavi da bambino quando giocavi al campetto con gli amici. Oppure in formato figurina da attaccare sull’album dei calciatori. Che poi era sempre quella più rara e il compagno di scuola o di squadra che casualmente l’aveva trovata era il fortunato di turno e non te la scambiava per niente al mondo. Così come Daniele Sciaudone, centrocampista dello Spezia, che quel gol bellissimo di sabato contro il Cesena se lo tiene stretto, “ma diciamo che la mia era più una mezza rovesciata. Il ‘come’ si possa fare un gesto del genere è difficile da spiegare, noi sicuramente cerchiamo di apprendere dai grandi campioni. Per il resto l’istinto fa la sua parte e un po’ di fattore c che non guasta mai…”. E una buona dose d’umiltà è servita, chissà se anche lui da ragazzo faceva l’album delle figurine.
Bello il gol, bella la vittoria, ma una cosa mancava: il cellulare per immortalare il tutto. D’altronde Sciaudone è soprannominato anche Mister selfie, un precursore dell’autoscatto. “Questa cosa è nata ai tempi del Bari. Quando andavamo in trasferta o magari nel tempo libero… ‘Selfie, ragazzi?’. E scattavo, ovviamente. Era l’inizio della moda, quindi sì possiamo dire che a modo mio sono stato un po’ un precursore”. Da come lo dice si vede che comunque il Bari per lui ha significato tanto. “Lì mi sono sentito un giocatore vero, è stata un’emozione unica giocare in quello stadio e – racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – con tutta quella gente, che aveva una passione vera e autentica. La prima volta che sono entrato al San Nicola mi sono fatto una domanda tra me e me, che in realtà era più un sogno… ‘Riuscirò mai a vederlo tutto pieno?’. Il sogno poi è diventato realtà…”.
A proposito di sogni, uno in particolare ti è valso paragoni importanti, ad esempio con Silvano il mago di Milano. Tu, peraltro, sei di Bergamo quindi non è nemmeno troppa strada… “Era novembre ed eravamo tipo quintultimi in classifica, quando una notte sogno che avremmo giocato l’ultima di campionato in casa contro il Novara in uno stadio pieno e se poi fossimo riusciti a vincere, avremmo fatto i play-off. Il giorno dopo lo racconto agli altri ragazzi e tutti mi ridono in faccia…”. Ride bene chi ride ultimo, no? E infatti, la profezia si è poi avverata… “Abbiamo vinto contro il Novara in uno stadio completamente esaurito e siamo andati ai play-off. Se ci ripenso ho ancora i brividi”. Per il sogno premonitore o per la partita? “Per entrambe le cose, dai”.
Corre come un treno Sciaudone, in campo non si ferma mai. Molto ingegnoso, un arcobaleno di idee. Come quella volta che sei riuscito a ‘bloccare’ mezza Bari e a portarla alla stazione ferroviaria… “Usiamo il plurale almeno fa meno effetto. Stavamo tornando da una trasferta e ad un certo punto cominciamo a chiamare i tifosi… ‘Venite alle 15.15 alla stazione di Bari che torniamo a quell’ora’. Ma noi pensavamo sarebbe venuto giusto qualche ‘fedelissimo’. Invece ci siamo ritrovati mezza città e traffico completamente congestionato”. La Municipale avrà senz’altro apprezzato: è stato uno dei motivi dell’addio? Timida risata… “Ci sono rimasto perché avrei voluto dare di più per quella piazza e quella gente, ma fa parte del calcio. Sono scelte che devi accettare”.
E’ caduto Sciaudone, ma si è sempre rialzato. Un po’ come il suo idolo, Goku. “Mi fa impazzire, ho anche i parastinchi che sono dedicati a lui. Mi piace la sua genuinità, il suo sacrificarsi per gli altri. Questo senso di protezione che ha verso le persone che gli sono vicine. Che poi, secondo me, la felicità deriva proprio dalle persone che ti vogliono bene…”. Mica male come apologia di un bel saggio sulla ‘felicità’. “Io ho una mia idea, molto semplice: essere felici coincide con l’essere sereni. Quando uno ha la serenità necessaria, soprattutto in casa, allora riesce anche ad essere felice”. Una frase importante, forse per quanto la felicità stessa sia un concetto estremamente soggettivo essa è davvero racchiusa nelle piccole cose. Magari la sua essenza ultima è proprio nel volersi bene l’un l’altro.
Dal filosofico agli aerei, ma quanto corri! “Come Forrest Gump. Io sono un appassionato di aeronautica e infatti sono anche perito tecnico. Probabilmente se non avessi sfondato nel pallone, questo oggi sarebbe il mio mondo. Ogni tanto mi facevo qualche simulazione…”. E qui arriviamo alle dolenti note, i viaggi. Ci suggeriscono che Sciaudone è un ottimo agente turistico… “Sì sì c’è proprio l’espressione. Le inc… Sciaudone perché qualsiasi posto scelgo per andare in vacanza o anche per una cena o è scadente o c’è comunque qualche fregatura. Una volta ero a Parigi con i miei amici e vediamo un ristorante mezzo vuoto. Gli faccio, ‘dai ragazzi entriamo almeno ceniamo alla svelta’. Tutto bellissimo, poi 250 euro di conto a persona”.
Un tipo molto simpatico, tuttologo di quelli veri. Ora sorride con lo Spezia, “è una società modello, sono felice di essere qui”. E segna, gol mai banali. Quello di sabato su tutti. Ed ora, album o meno, anche Sciaudone avrà la sua bella figurina da attaccare.