Pioli: “Da Bergamo a Bergamo: ora vorrei vincere col Milan”
L’allenatore rossonero si gode la qualificazione in Champions League, ma pensa già al futuro
Ha riportato il Milan in Champions League dopo un’assenza di sette anni ed è già proiettato alla prossima stagione, quella che ne sancirà il ritorno. Stefano Pioli si racconta ai microfoni di Milan Tv all’indomani della vittoria di Bergamo, la stessa città nella quale i rossoneri avevano subito una batosta significativa un anno e mezzo fa: “Da quella sconfitta abbiamo iniziato a costruire il nostro percorso, creando un nuovo Milan. Un cammino difficile e stimolante, un cerchio che si chiude con una soddisfazione incredibile e un’altra grande prestazione”.
Il calcio corre veloce e per Pioli è già tempo di pensare al futuro e ai prossimi obiettivi: “Sono nel posto giusto e voglio continuare a dare tutto per fare qualcosa di veramente importante. Dobbiamo continuare a crescere, alzare l’asticella: il club ci sostiene, siamo in simbiosi con l’area tecnica e porteremo avanti le nostre idee per dare soddisfazioni a questi fantastici tifosi. Il mio sogno è vincere qualcosa e farlo nel Milan sarebbe esaltante. Ma lo stesso Maldini sostiene che per essere un top club si deve giocare stabilmente la Champions: noi siamo solo all’inizio, dovremo confermarci. Certo, sognare mi piace: lo faccio di notte e lavoro di giorno affinché i sogni si avverino”.
Pioli sottolinea ancora una volta come possa essere il Milan il posto giusto per farlo: “Questa può essere la mia tappa importante, forse decisiva per la mia carriera. Rispetto al passato sono molto più consapevole e meno titubante. E poi sono ottimista: inizio sempre un’annata con la voglia di arrivare a successi importanti”.
Potrà farlo con una squadra giovane? Pioli la pensa così: “L’entusiasmo dei ragazzi è stato fondamentale a inizio stagione, quando abbiamo ottenuto ottimi risultati. Quando abbiamo perso qualche partita sono arrivate un po’ di tensione e preoccupazione, ma le abbiamo gestite bene insieme a Maldini e Massara. Non abbiamo perso la fiducia nel nsotro modo di lavorare e stare in campo e siamo cresciuti”.