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“Merito del Milan che li fa giocare ma anche dei ragazzi che non vogliono tutto e subito”. Parla Tedino, colui che li ha allenati nell’Under azzurra

Il signor Bruno Tedino è decisamente un tipo. Friulano, di Azzano Decimo. Quando parla trasmette sicurezza e quello che dice è esattamente ciò che pensa. Schietto e diretto, ma usa sempre il cervello. Ah, Allena il Pordenone. E dicono faccia i miracoli, sopratutto con i giovani. Non a caso è primo nel girone B di Lega Pro, davanti a Venezia, Parma, Bassano, Padova… . Il signor Bruno Tedino nasce dal sudore della gavetta, dallo studio matto e maniacale di piccoli talenti poi diventati fenomeni. E’ un tipo, decisamente competente. Tanto che la Federazione Italiana gli ha affidato la panchina della Nazionale U-16 e U-17 tra il 2013 e il 2014. Con ottimi risultati a quanto pare, soprattutto in termini di gioco e crescita della rosa. Il perché ce lo racconta lui. “A quel tempo ho allenato sia Donnarumma che Locatelli, due fenomeni”. Anzi, Bruno li chiama rispettivamente ‘Gigio’ (1999) e ‘Manuel’ (1998). Con tono familiare. E quando ha visto le lacrime del centrocampista nel post di Milan-Sassuolo, il signor Bruno non ha trattenuto l’emozione. “Gli ho scritto subito, dopo la partita. Mi ha risposto, certo. Ehh Manuel…”. Sospiro. “Il buon Manuel ha principi sani, una grande mentalità, non vuole mai perdere. E’ un esempio”. Come Gigio, ovviamente. “Devo dire che molti dei ragazzi che ho allenato, quando hanno iniziato a fare carriera e avere contratti importanti, hanno un po’ perso la memoria. Cosa che invece non è mai successa a Gigio Donnarumma con il quale mi sento spesso, quando possiamo. L’improvvisa notorietà e le prestazioni da protagonista in un palcoscenico come quello della Serie A, non hanno minimamente intaccato il suo carattere umile ed educato”. Bruno è chiaro. Ringraziamo il Milan che li fa giocare. E’ merito delle società ma anche dei ragazzi: succede che i giovanissimi talenti magari si allenino male o vogliano tutto e subito, dalle macchine a mille altre cose frivole e di poco conto”. Ma non è il caso di Gigi e Manuel: professionisti con qualità fuori dal comune ma soprattutto bravi ragazzi. Le lacrime di Locatelli dicono il vero.