Inter, Spalletti: “Contro il Crotone non dobbiamo essere presuntosi. Icardi e Perisic i migliori nel loro ruolo”
Conquistare altri tre punti per continuare il cammino a punteggio pieno in testa alla classifica della Serie A. E’ questo l’obiettivo dell’Inter, che domani alle 15 affronta in trasferta il Crotone nel primo anticipo della quarta giornata del campionato. Concentrazione massima per l’allenatore nerazzurro Luciano Spalletti, che in vista della sfida contro il club calabrese è intervenuto quest’oggi in conferenza stampa. “Non sono importanti solo le grandi serate – ha esordito l’allenatore dell’Inter -, abbiamo ancora 35 partite da giocare. Conosco il Crotone e Nicola, l’anno scorso erano spacciati, Nicola ha qualità e la squadra sa riconoscere quello che è importante. Sta attuando alla lettera i suoi dettami, è una squadra molto pericolosa. Non dobbiamo essere presuntuosi“. Tra chi potrebbe osservare un turno di riposo c’è Borja Valero: “Giocherà? Tutti si allenano nella maniera corretta e mi rendono il lavoro più difficile – ha assicurato Spalletti -. Si stimolano a vicenda a fare sempre meglio. Noi dobbiamo essere bravissimi e fortissimi. Il campione mette il suo marchio in tutte le gare, non fa distinzioni e conosce l’odore della vittoria. Mi aspetto che ci sia il comportamento corretto da parte nostra. Borja Valero, comunque, sa stare da tutte le parti e se lo metti nel Barcellona gioca pure lì. Con una squadra che sa giocare bene la palla la giocherebbe ancora meglio di adesso. Icardi e Perisic? Non sono due giocatori forti, sono eccezionali. Davvero impossibili. Sono i migliori in assoluto nel loro ruolo“.
Poi per Spalletti anche un’osservazione sul calcio italiano: “Il calcio italiano è lontano da quello spagnolo e tedesco? Prima di Spagna-Italia, la Nazionale ha vinto tante altre partite: dipende sempre dal momento. Il nostro calcio si sta livellando – ha proseguito l’ex Roma – e non appiattendo rispetto a quello europeo. L’abbiamo visto ieri e in Champions lo vedremo. Non siamo più quelli della palla buttata in avanti, la Spal domenica è venuta qui a giocare con fraseggi a partire dal portiere, pressando alto. Siamo sulla strada giusta e stiamo facendo vedere un’organizzazione importante. Al Napoli sono stati fatti i complimenti per il gioco espresso, da tutta Europa. Io sono fiducioso, lo sono sempre. Sto notando anche un impegno nel trovare i giovani che possono potenzialmente indossare poi la maglia della Nazionale: Ventura sta facendo un grande lavoro, non vedo nessun problema. Poi certo, c’è sempre il mercato che è la scorciatoia”.
Tra le note positive in questo inizio di stagione per Spalletti c’è la difesa, con una sola rete subita nelle prime tre gare di campionato: “Mi aspettavo i miglioramenti in difesa – ha commentato l’allenatore dell’Inter -. Contano organizzazione del lavoro quotidiano, il far bene, le esercitazioni. Quando vedi la squadra che si comporta in maniera corretta, è facile essere fiduciosi sul risultato del singolo reparto. Skriniar e Miranda sono fortissimi, dobbiamo ancora accorgerci delle loro potenzialità. Così come a centrocampo, Gagliardini è sempre quel camion col rimorchio di traverso quando te lo trovi davanti. Poi ci sono scelte da fare, dipende dal contesto, ma siamo una squadra e tutti sono importanti. Bisogna evitare le glorie personali, perché da quelle vengono fuori i rimorsi di squadra”.
“Sappiamo perfettamente che per arrivare in fondo ci sono ancora 35 partite – ha concluso Spalletti -. Domani dobbiamo vincere, non dobbiamo aspettare o preparare la reazione a quelle che forse perderemo. Se accadrà, se perderemo, sarà un evento eccezionale. Un vantaggio non avere le coppe? Non sempre. Ormai le rose sono fatte di 23 giocatori e in Serie A possiamo portarne tanti in panchina. Lasciarne fuori anche uno soltanto, significa ammazzarlo. Io sarei per il tempo effettivo e le 5 sostituzioni a partita. Questo garantirebbe uno spettacolo migliore a chi viene a pagare il biglietto: i giocatori vanno fatti giocare. Con due partite a settimana, chi è restato fuori ha sempre una seconda occasione. Quando invece si gioca una volta, e chi sta fuori sa che si giocherà al 90% la stessa formazione, è difficile dare motivazioni”.