Le estati incollato all’Originale, i cori di Nocerino e una classe che ha incantato Olbia: “Qui cresco e mi godo il mare”. La favola di Luca Iotti, il centrale del futuro
Rispondere al telefono e percepire la sinfonia del vento. L’aria di mare che ti accarezza lo smartphone e le onde che suonano la loro musica. Sabbia, sole e Sardegna. Ah, e Luca Iotti: il centrale del futuro. Faro luminoso della difesa dell’Olbia e giovane leader cresciuto in mezzo ai campioni: “Sabato i miei genitori sono scesi per la prima volta a vedermi, io li ho ringraziati con un gol”. Chiamalo se vuoi destino, già. Mischia in area e colpo di testa in rete. Attenzione, però, perché il repertorio è molto ampio: “Portare palla, alzare la sguardo e impostare, amo giocare così”. Leader nato, Luca. Insomma, roba alla Bonucci: “Il mio idolo è Piqué, ma Leo è davvero tanta roba. E poi seguire la trattativa che lo ha portato al Milan mi ha davvero entusiasmato”. Calcio, passione e… mercato.
“Per me l’estate fa rima con Calciomercato l’Originale, Bonan e Di Marzio sono straordinari, da sempre hanno rappresentano in TV un appuntamento fisso per me”. Luca è un talento del 1995, un giovanissimo col curriculum da grande: “In questi anni ho girato parecchio, tra Italia e Spagna, ma adesso mi godo questa meravigliosa piazza”. Perché ad Olbia si fa sul serio, con passione e voglia di stupire. Nel dicembre 2015 infatti la società è passata nelle mani dell’imprenditore abruzzese Alessandro Marino, che con grande ambizione è riuscito a dare vita ad un progetto solido e lungimirante, nel segno di una nuova era dalle tonalità bianche. Luca intanto cresce, comanda la difesa e si gode il mare: “Mentre realizzo questa intervista sono sulla spiaggia, il posto perfetto per riposarmi e respirare il momento. E poi essere intervistato dal sito di Gianluca Di Marzio è davvero una sensazione unica. Vi leggo tantissimo, soprattutto le storie dei miei coetanei, amo scoprire i giovani di Serie C e Serie B”. Con emozione, voglia e stupore, Iotti si apre in esclusiva ai microfoni di GianlucaDimarzio.com in un momento davvero importante della sua carriera: “Sì, è un periodo bello come lo è stata finora tutta la stagione. Siamo un gruppo davvero giovane, all’inizio puntavamo alla salvezza, ora siamo addirittura nel gruppo dei playoff. Sarebbe davvero stupendo centrarli, vogliamo regalare ai nostri tifosi una grande gioia. Io sono arrivato l’anno scorso a gennaio in prestito, quest’estate sono stato riscattato, sono davvero felice”. Attimi e numeri. Presenze. Elemento fisso della difesa allenata da Bernardo Mereu, in una squadra valorizzata dall’esperienza di Pisano e Ragatzu: “Daniele è anche un vero uomo spogliatoio, simpatico e alla mano, come del resto tutto il gruppo”. Dal bianco Olbia al rossoblù Cagliari, tra presente e futuro: “Qui siamo nell’orbita del Cagliari, ma ora penso solo a lavorare al top per questa bellissima realtà“. Tutti i giocatori che l’Olbia acquisisce in autonomia infatti sono sotto i radar del Cagliari, club pronto a portare i freschi talenti di Mereu in Serie A, e uno di questi è proprio Iotti, uno dei migliori giovani difensori centrali del nostro panorama calcistico. Un po’ come accaduto nel concreto a Ragatzu, che resterà sicuramente all’Olbia fino al 2019.
Giovane rossonero, da Milanello alle tournée americane
Alla mano. Sempre col sorriso e con tanta voglia di raccontarsi. Lombardo, sì, ma con un pizzico di accento spagnolo e un tocco di Sardegna: “Dicono che interiorizzi in fretta le nuove lingue, quando tornai dalla Spagna per trasferirmi all’Ascoli in Serie B il mio accento prese corde latine”. Da Vimodrone alla comunità autonoma valenciana, dalle Primavera del Milan all’Elce Ilicitano: “Sono passato dall’essere coccolato da mamma e papà al mettermi ai fornelli: pasta in bianco, bresaola, pollo e via. Ed erano pure difficili da trovare ai supermercati del posto. L’esperienza spagnola nel 2014/15 mi è servita eccome. Mi allenavo con la prima squadra che militava in Liga, poi giocavo in Segunda Division con la seconda B. Dal campo al farmi la lavatrice. Da solo, in una terra stupenda simile all’Italia per stile di vita e cultura”. Prima, però, tantissimo Milan: “Da sempre rossonero, sì. Anche se cominciai con l’Enotria. Un giorno dopo scuola io e un mio compagno andammo con i nostri genitori a fare un allenamento: il mio amico trovò una mezza scusa dicendo di aver male alla caviglia, io invece mi allenai alla grande e iniziai così il percorso. Avrò fatto 7 anni all’Enotria, quella che è stata a tutti gli effetti la mia culla. Feci poi diversi provini all’Inter in quanto associata con l’Enotria. Un’estate però ci fu la chiamata del Milan, con i nerazzurri pronti comunque a prendermi, ma essendo io un rossonero di pelle non ebbi dubbi sulla scelta. Da piccolino iniziai da terzino sinistro poi agli allievi regionali trovai Omar Danesi, un allenatore eccezionale, il quale mi spostò al centro della difesa. Da lì arrivarono subito le prime vere soddisfazioni personali con le prime nazionali giovanili”.
Fissato per la tecnica e la capacità nell’impostare, molto più di un semplice centrale: “Dal Vismara a Milanello, un centro spaziale. Con la Primavera ho vissuto emozioni fortissime. Mi ricordo ancora quando ero a Rimini in vacanza. Ero fuori con gli amici, mia mamma si affacciò dal balcone e mi disse: “Luca, devi tornare a casa, devi andare in ritiro con la prima squadra”. Festeggiai sul momento con i miei amici, nessun festone eh, ma fu una gioia pazzesca. In una toruneé in America legai molto con Nocerino: lui continuava a cantarmi con gi altri una canzone, ‘Tutti in campo con Lotti (il personaggio del cartone però si chiamava con la L), ogni volta che mi vedeva me la cantava. Io sul momento non capivo, ma adesso ho realizzato essere la sigla di ‘Tutti in campo con Lotti’, un cartone giapponese su un giovane giocatore di golf. Con Nocerino e Amelia ebbi modo di legare, si creò un bel rapporto. E poi Inzaghi, davvero super, tutto vero: bresaola e via, vita sana, alimentazione regolare e riposo. Ho fatto due ritiri estivi, Milanello più Stati Uniti, una combo che mi ha permesso di crescere tanto. Tra la scalinata di Rocky a Philadelphia fino New York e Miami, esperienze che solo ora realizzo quanto mi abbiano valorizzato”.
Attimi, ricordi e sogni che all’improvviso diventano realtà: “Col Milan ho avuto la fortuna di vivere due ritiri e fare una panchina in campionato e in Champions League. Sono sempre andato a San Siro da piccolino a vedere le partite con mio padre percorrendo a piedi la strada che porta dalla metro di Piazzale Lotto allo stadio, una via perennemente stracolma di tutti i tifosi che acclamavano il pullman della squadra mentre faceva il suo ingresso nel tempio del calcio. Poi un giorno le parti s’invertirono, e mi ritrovai seduto proprio su quel pullman, pieno di orgoglio e desideroso di rendere felice i miei genitori”.
Fantallenatore maniacale
Professione difensore, passione fantallenatore: “Una tradizione inossidabile. Quest’anno purtroppo ho dovuto commissionare l’asta ad un mio amico, ma sono soddisfatto: non ho preso il bomber di razza ma ho con me Dybala e Insigne, poi ho puntato su Schick ma è andata male. Ho un bel centrocampo: Milinkovic, Pjanic, Kessiè che mi dà un po’ di sostanza e Cuadrado. Per ora mi gioco il terzo posto, non si molla”. Proprio come sul campo, dal rossonero all’azzurro della Nazionale Under 20, anche da Capitano: “Qui ad Olbia alcuni miei compagni scherzano sulle carriere che han preso alcuni ragazzi che giocavano con me, del tipo: ’Hai visto sono tutti arrivati e tu invece sei qui con noi’. Ci sta, alla fine ho giocato con tanti talenti, da Romagnoli a Petagna, passando per Costa, Grassi, Mazzitelli, Sensi e Calabria”.
Talento, leadership e personalità: that’s Iotti
“Ho finito gli studi ma ad un post scuola superiore oltre al calcio non ho mai pensato, per fortuna è andata bene così e sto realizzando i miei sogni. Ora vivo da solo qui a Olbia, ma spesso riesco a vedermi a Milano con la mia ragazza”. 29 presenze e un gol sabato importante per il pareggio contro il Prato, prezioso per agganciarsi alla zona Playoff, “e ne stavo subito dopo facendo uno di tacco, sarebbe stato clamoroso”. E ora lì, a Olbia, allenandosi sul mare e riposandosi in spiaggia, con un’infinita voglia di stupire: semplicemente Iotti, il centrale del futuro.