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Alla scoperta di Kolo Muani, il talento del Nantes con un passato in Italia

Gioca nel Nantes, il suo nome era stato accostato al Milan e in passato ha svolto due provini con club di Serie B: la storia di Kolo Muani

Randal Kolo Muani è uno dei talenti più interessanti in casa Nantes. Attaccante classe 1998, si ispira a Neymar per i dribbling ma il suo idolo è Kylian Mbappé. L’anno scorso a questi due ha giocato un brutto scherzo, segnando il 2-1 che valse la vittoria al suo Nantes al Parco dei Principi (in una notte particolare in casa PSG). Quest’anno ha ricominciato spinto dalla grande stagione scorsa: già tre gol e tre assist per l’esterno offensivo che è stato più volte vicino all’Italia, e per cui Henry ha un debole: lo ha paragonato a Nwankwo Kanu, il nigeriano ex Arsenal e Inter che però Kolo Muani non conosceva: “Ero troppo piccolo quando giocava. Dopo che mi hanno riferito il paragone di Henry sono subito andato a vederlo su Youtube. Cavolo, era incredibile Kanu“. Spontaneo e simpatico Randal. 

 

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Profilo

Attaccante nato. Giocava punta da piccolo, ma da quando ha iniziato a undici si è spostato sulla fascia e lì dà il meglio di sé. Ama i dribbling e puntare l’avversario, come il suo modello Mbappé, con cui condivide anche il paese di nascita: Bondy. Le doti non gli sono mai mancate, il carattere sì. Se Kolo Muani ha faticato per affermarsi in prima squadra lo deve a quello. Gli davano dello svogliato, arrivava tardi agli allenamenti e in campo, quando non aveva il pallone, si eclissava.

 

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Qualche prestito lo ha fatto cambiare, soprattutto quello a Boulogne (in terza serie), dove il suo lato un po’ fumino gli ha fatto scontare otto giornate di squalifica dopo aver reagito male a un fallo: “Quando gli avversari cercano di farmi male, m’innervosisco. Quella volta persi il controllo: è stato il punto più basso della mia carriera”. Ora sogna di farla da grande protagonista, anche se ogni tanto ci ricasca. Come ai giochi olimpici di Tokyo in estate (Kolo Muani è in pianta stabile nell’U21 francese), quando entrò a gamba tesa sul giapponese Miyoshi. Rosso diretto: “Quella volta però avevo solo cercato di arrivare sul pallone, ma era stato più veloce di me. Mi sono scusato subito, e gli scrissi anche un messaggio su Instagram in inglese. Non volevo che pensasse che l’avessi fatto apposta”.

 

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I provini in Italia

Il suo nome è già stato accostato al Milan, ma Kolo Muani in Italia c’era già stato e non in vacanza. Il tempo di due provini, con Cremonese e Vicenza: “I club francesi non mi prendevano perché a scuola non avevo buone pagelle. Quindi provai in Italia con queste due squadre. Ma non stavo bene: mi mancava casa, non avevo amici e a essere sincero non ero neanche così esaltato all’idea di firmare. Mio padre mi vide triste e mi riportò a casa. Non parlavo con nessuno, non sapevo una parola d’italiano”. Chissà se tra poco sarà costretto a fare un corso accelerato.