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Milan, Kjaer: “Ho rifiutato delle offerte dall’Arabia Saudita”

Le parole di Simon Kjaer sul Milan

Durante la sosta per le gare delle nazionali, Simon Kjaer ha rilasciato un’intervista a bold.dk, testata danese. Il difensore del Milan ha parlato del presente e del futuro in rossonero, svelando anche un retroscena di calciomercato.

 

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Le parole di Kjaer 

 

Kjaer ha iniziato parlando del suo futuro: “Per quanto mi riguarda, sono nel posto in cui voglio essere. Gioco nel Milan, mi trovo bene nel Milan e ripongo molte speranze in me stesso. Ma che la decisione venga presa adesso o tra due mesi, per me non cambia nulla. Eravamo settimi o ottavi quando sono arrivato quattro anni fa. Adesso siamo in Champions League ogni stagione. Se posso restare a Milano sono molto felice. È sempre il club in cui ho cercato di arrivare, fin dalla prima volta che sono andato al Palermo. Se non sarà Milano, allora ho 35 anni e posso scegliere liberamente cosa voglio con la mia famiglia. Non mi preoccupa. A me va benissimo. Penso che tutti mi conoscano. Sono orgoglioso di quello che faccio. Ma non vengono a chiedermi di essere diverso”.

 

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Sulle offerte ricevute: “Ovviamente ho deciso diversamente. In precedenza ho anche rifiutato offerte dall’Arabia Saudita.  L’ho fatto per molte ragioni. Innanzitutto perché in questo momento mi trovo nel posto in cui ho sempre desiderato essere. Ho fatto un bellissimo percorso calcistico, ho sempre desiderato giocare nel Milan e ho una vita incredibilmente bella a Milano. E’ l’Italia. Mia moglie è svedese, quindi la Danimarca non è la sua casa, così come la Svezia non è la mia. I miei figli capiscono il danese, parlano un po’ come ne ‘Il calendario di Natale’. Ma la loro lingua principale è l’inglese. Sono sempre andati alla scuola di inglese. Ci siamo spostati una quantità incredibile di volte nelle nostre vite. Per noi l’Italia è diventata la nostra casa. È qui che viviamo da più tempo e ci divertiamo molto. Questo vale per tutta la famiglia”.

 

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Il danese ha concluso: “Perché non dovrei giocare il Mondiale tra due anni se va bene come adesso? Ma è chiaro che molte cose devono combaciare. Sarebbe sciocco non crederci. Il Mondiale 2026 è sicuramente un obiettivo per me.  La mia mentalità 14 anni fa era completamente diversa da quella di oggi. Allora era tutto o niente ogni volta. Se perdevo uno dei big match, rimanevo “morto” per una settimana. I giochi non significano meno per me adesso. In nessun modo. Si tratta solo di fare le mie cose. Devo essere il più preparato possibile, quindi so che non posso fare di più”.