Juventus, quali effetti economici avrebbero le cessioni di Bonucci e Pogba?
Paul Pogba e Leonardo Bonucci: intrigo, dilemma. Ancora alla Juventus… Oppure via verso Manchester… Fantacalcio o realtà? Quali sarebbero i reali effetti e le conseguenze delle due cessioni?
Paul Pogba – Arrivato a Torino nell’estate del 2012 per un costo di € 1,63 milioni comprensivi di oneri accessori e Fifa Training Compensation, nel corso degli anni il suo costo storico in bilancio è “lievitato” fino ad € 8,16 milioni, frutto di circa € 6,5 milioni di commissioni capitalizzate in bilancio (€ 2 milioni nell’ultimo semestre) a seguito di compensi previsti per l’agente Raiola in concomitanza della firma sull’ultimo rinnovo (24 ottobre 2014) con i bianconeri che hanno portato il fuoriclasse francese ad essere il giocatore più pagato della rosa, insieme a Buffon, con un ingaggio lordo che si aggira sui 9 milioni di euro comprensivi di bonus.
Il costo in bilancio di Pogba, comprensivo della quota relativa all’ammortamento annuo ( € 1,57 milioni), è quindi di circa 10,6 milioni, mentre il valore contabile netto al 30 giugno 2016 è di € 4,7 milioni. Ciò significa che in caso di cessione per 120 milioni, la Juventus registrerebbe nell’esercizio in corso (2016/17) una mega plusvalenza di circa 115 milioni di euro (!).
Leonardo Bonucci – Acquistato dal Bari il 1 luglio 2010, per 15,2 milioni (costo storico) dopo aver rinnovato nell’aprile 2012 e luglio 2015, Bonucci ha un costo in bilancio di circa € 7,8 milioni comprensivi di 0,8 milioni quale quota di ammortamento ed un ingaggio lordo di € 7 milioni. Il suo valore contabile netto al 30 giugno 2016 nel bilancio bianconero è di € 3,1 milioni, per cui la sua eventuale cessione ad € 50 milioni, porterebbe nelle casse di Corso Galfer una plusvalenza di circa € 47 milioni.
Nell’eventualità delle due cessioni, dunque, la Juventus registrerebbe nel corso dell’esercizio plusvalenze complessive per euro € 162 milioni a cui si aggiungerebbero i 16/17 milioni fatti registrare dalla recente recompra di Morata. A beneficiarne sarebbe esclusivamente il bilancio bianconero 2016/17, che vedrebbe un’impennata dei ricavi ad oltre € 550 milioni e probabilmente i suoi azionisti che, in caso di utili consistenti e detratti gli accantonamenti previsti dalle riserve, potrebbero eventualmente beneficiare di un dividendo.
Per tutti coloro che in questi giorni fantasticano sulla possibile rivoluzione della rosa bianconera grazie ai 170 milioni derivanti dalle cessioni, è doveroso ricordare come una gestione finanziaria equilibrata non permetterebbe comunque alla Juventus di acquistare top players da top ingaggi, non senza inficiarne la struttura dei costi che risulterebbero insostenibili senza aver incrementato la base dei ricavi caratteristici e duraturi negli anni come quelli derivanti dalle sponsorizzazioni e dal merchandising. Cosa accadrebbe ai conti della Juventus nel caso l’anno seguente non si raggiungessero gli stessi risultati in termini di plusvalenze e ricavi? Come farebbe a sostenere i costi degli ingaggi e ammortamenti dei vari top players che in tanti hanno già acquistato per conto di Marotta e Paratici?
Per rendere meglio l’idea sui costi annui che verrebbero liberati in bilancio dalle due citate cessioni (€ 18,4 milioni tra ingaggi e ammortamenti), gli stessi sarebbero inferiori a quelli che si libererebbero grazie alle cessioni a titolo definitivo di Isla, Pereyra ed Hernanes (€ 19 milioni circa) e che permetterebbero comunque alla società bianconera di procedere nell’opera di rafforzamento della rosa iniziata con gli acquisti di Pjanic e Dani Alves, oltre al riscatto di Lemina, e senza dover rinunciare ai suoi top player. Inoltre, ad aiutare finanziariamente l’opera di rafforzamento della rosa, ci sarebbero le leve degli acquisti a titolo temporaneo con diritto di riscatto e che rinvierebbero all’esercizio 2017/18 i costi derivanti dagli ammortamenti dei rispettivi cartellini.
E’ bene ricordare che tale oculata gestione finanziaria, messa in atto negli ultimi sei anni della presidenza Andrea Agnelli, ha permesso alla Juventus di raggiungere importanti risultati sportivi e di portarsi nelle prime dieci posizioni delle società con i fatturati più virtuosi. Ed è la stessa gestione equilibrata che permette di far dire a Marotta che la Juventus è una squadra compratrice, non venditrice e che nessun giocatore è in vendita se non è lui a chiederlo esplicitamente. In conclusione, è facile prevedere e desumere i motivi per cui, in caso di offerte milionarie, da Corso Galfer possano tranquillamente rispondere: “Grazie, rifiuto l’offerta e vado avanti”.
Benedetto Minerva – @BennyJFinance