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Se conferma serviva, conferma è arrivata. La Juventus di Pirlo aveva bisogno di tre punti e non solo per questioni di classifica: serviva per il morale, per provare a dare continuità a una delle stagioni più discontinue dei bianconeri. Serviva ai giocatori, ancora più in generale. Le scorie delle ultime settimane si sono sentite eccome, Pirlo ha dovuto lavorarci parecchio: feste, infortuni, distrazioni.


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E poi i grandi assenti, quelli da cui ti aspetti qualcosa di più ma che non vanno sempre a mille. Nomi e  cognomi: Dejan Kulusevski e Alvaro Morata su tutti. Oggi decisivi, dopo settimane in cui erano parsi non del tutto in fiducia. L’ha detto Pirlo, lo ha fatto anche il campo.


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Ora è cambiato tutto”, commentano i protagonisti. Dopo i tre punti al Napoli (e il recupero di Dybala), arrivano quelli col Genoa: 3-1 senza molti appelli e con i giocatori che i tifosi si aspettavano. Perché Kulusevski segna come già aveva fatto con la Sampdoria, alla prima di campionato (quarto gol stagionale); perché Morata esulta, dopo quattro partite a digiuno; perché segna anche McKennie, che doveva farsi perdonare per quell’episodio della festa con Arthur e Dybala, che era costato a tutti la convocazione per il derby.


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Tre gol, tre riscatti: tanto diversi quanto simili, che aprono alle ultime otto partite in cui l’obiettivo sarà quello di centrare il secondo posto e ridurre il più possibile la distanza con l’Inter. Scudetto? Crederci è dura, lo sanno tutti nello spogliatoio. Ma c’è modo e modo di non conquistarlo: e dodici punti di distanza dalla prima, non sono proprio quello giusto. Il finale di stagione non sarà quello che ci si sarebbe potuti aspettare (vedi le parole di Pirlo), ma non deve per forza essere fallimentare. La rincorsa comincia adesso.