Joel Veltman, il ‘generale’ cresciuto sotto l’egida di Stam che ricorda Bonucci: su di lui c’è la Fiorentina
L’impressione è che si possa sposare benissimo col calcio italiano. Sarà perché Joel Veltman è stato forgiato da uno che la Serie A la conosce bene, avendoci giocato cinque stagioni: Jaap Stam, che in campo nessuno avrebbe osato contraddire. Un uomo dal carattere forte, quello che a Veltman in molti momenti all’inizio della carriera è mancato. Fin dalle scuole, dove era uno dei bersagli preferiti dei compagni, che approfittavano di un temperamento mite per prendersi gioco di lui.
E’ cominciato tutto molto in fretta. Non aveva ancora dieci anni: l’Ajax lo notò e lo aggregò alle proprie giovanili. Da lì, è partito un percorso di crescita veloce e promettente. L’accademia della squadra olandese è sempre stata una tra le migliori al mondo nella formazione dei prospetti futuri e la competitività è tanta. Veltman spesso non riusciva a reggere la pressione di quegli allenamenti duri e di istruttori così esigenti, al punto da arrivare a piangere dopo un richiamo del suo allenatore. Ma aveva soltanto 16 anni, e il peggio doveva ancora arrivare. Perché nello stesso anno, il 2008, il difensore subì la rottura del legamento crociato, il peggior infortunio per definizione. Uno di quelli che possono compromettere una carriera. Superato anche questo, arriva l’incontro che gli cambia la vita, quello con Gery Vink, allenatore delle giovanili. Vink gli dà fiducia, gli fa comprendere che ha già toccato il fondo e che è il momento di risalire. Perché ne ha tutte le potenzialità.
Le critiche continuano a non mancare. Essendo alto circa 185 centimetri, in Olanda molti ritenevano che fosse troppo basso per fare il difensore centrale. “Compenserò con il salto” rispose Veltman in un’intervista. Ma ciò che lo rende unico, è il suo destro preciso, che gli permette di raggiungere agevolmente compagni anche a 50-60 metri di distanza. Proprio come Bonucci. L’esordio in prima squadra arriva nel 2012, grazie a una serie di infortuni che costringono De Boer a promuoverlo. E’ soltanto l’inizio di una rapida ascesa. Stam, assistente dell’allenatore, lo prende sotto la sua ala nel 2013. “E’ stato molto importante per me. Mi ha reso un difensore migliore, parlavo spesso con lui, facendomi indicare le lacune del mio gioco. Posso imparare tanto da lui” disse Veltman. E’ la stagione della consacrazione, con i complimenti che arrivano anche da De Boer, dopo la gara con il Celtic in Champions League. “Più che Veltman, è stato un veldheer (‘generale’, in olandese)” aveva detto l’allenatore.
Preciso negli anticipi e nell’impostazione di gioco, il difensore è anche una presenza fissa dell’area di rigore avversarie, dove sulle palle inattive sa rendersi molto pericoloso. Un difensore classe 1992 che potrebbe fare davvero comodo alla Fiorentina di Paulo Sousa.