Quando parla dell’Inter sembra emozionarsi. E’ cresciuto con quei colori, ancora prima di vestirli: “La mia famiglia ha sempre tifato Inter e mi hanno passato questa passione. La prima volta che sono entrato al centro sportivo avevo 14 anni, mio papà era quasi più emozionato di me”. Oggi Mattia Zanotti gioca in Svizzera, al San Gallo. Un’esperienza in prestito per crescere e tornare a Milano con le spalle un po’ più larghe. Sognando di vestire quella maglia una volte per tutte.
La nostra intervista a Mattia Zanotti
Ma Mattia non vive di sogni. Preferisce pensare al presente, a lavorare giorno dopo giorno per costruirsi il futuro. La sua mentalità è sempre stata questa, fin dagli anni nelle giovanili nerazzurre. Il terzino classe 2003 è arrivato a quattordici anni all’Inter, facendo poi tutta la trafila: “In primavera ho avuto Chivu come allenatore. Mi ha insegnato tanto. Faceva il mio ruolo, gli ho sempre chiesto tanti consigli: è un bravo allenatore, trasmette tanta grinta” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Un terzino destro di corsa, agonismo e intelligenza tattica: Mattia ha grandi margini di miglioramento. E il suo soprannome promette bene: “Zanetti è il mio idolo, viverlo ogni giorno come vice presidente fa un effetto incredibile. In prima squadra mi prendevano in giro per la somiglianza del cognome. E quindi hanno iniziato a chiamarmi ‘Trattore’”.
Zanotti ricorda come se fosse ieri il primo allenamento in prima squadra: “La sera prima mi aveva avvertito il team manager della Primavera. E’ successo tutto di fretta, è stato incredibile: sembrava tutto magico, quasi un film. Cercavo di rubare qualcosa da tutti, ma in particolare da chi giocava nel mio ruolo. Guardavo Dimarco, Darmian, Dumfries, Bellanova”.
La data cerchiata in rosso sul calendario di Mattia, però, è il 12 dicembre 2021. L’Inter è sul 4-0 contro il Cagliari quando Inzaghi si gira e gli regala l’esordio a San Siro: “Mi aveva mandato a scaldare e il preparatore mi diceva: ‘Guarda che entri eh’. L’ho scoperto al momento, era una delle prime convocazioni in prima squadra e non ci speravo proprio”.
Arriviamo quindi alla scorsa estate, quando Zanotti ha scelto di provare l’esperienza al San Gallo: “La chiamata è arrivata prima del Mondiale Under 20. Feci una call col direttore e con l’allenatore e sentii subito grande fiducia. Poi volevo provare un’esperienza diversa, in un campionato straniero. Rifarei la stessa scelta, c’è un ambiente incredibile”. Anche se lasciare l’Inter non è stato semplice: “Lasciare casa e andare in un contesto diverso ha fatto un effetto particolare. Vedevo sempre le stesse persone da 5-6 anni, è stato un cambio drastico. E’ stato difficile all’inizio, poi però è andata meglio. Casa, però, manca sempre..:”.
Da Calafiori a Pafundi, passando per Gnonto, sono tanti i giovani italiani che hanno scelto il campionato svizzero per crescere: “Prima di venire qui avevo parlato con Willy per chiedergli qualcosa sul campionato. Mi ha consigliato da subito di provare l’esperienza”. Un’esperienza che sta regalando grandi soddisfazioni a Mattia. Al momento il suo San Gallo si trova al quarto posto e si giocherà tutto nei playoff. Tutto grazie anche allo zampino del “Trattore”: 2 gol e 4 assist per lui finora. Numeri importanti che dimostrano le sue qualità.
Adesso la testa è solo per chiudere al meglio la stagione in Svizzera, poi sarà il momento di tornare a casa. Ma lui non ama parlare di futuro: “Non vivo di sogni. Non so cosa ci sarà, so solo che dovrò lavorare ogni giorno per arrivare dove voglio”. Una lettera da San Gallo, firmata da Mattia Zanotti.