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A tu per tu con Calabro: “Studio Gasp e Conte. E voglio la Viterbese in B”

“Camilli è un presidente ambizioso, molto competente e che non ci fa mancare nulla”. La nostra intervista a Calabro, allenatore della Viterbese: “L’obiettivo è raggiungere la B nel giro di 2-3 anni”

In panchina è tornato lo scorso gennaio dopo sei mesi di inattività e lo ha fatto solo perché è arrivata la chiamata ‘giusta’. “Io avevo deciso di stare fermo più a lungo, il periodo di distacco dal calcio mi ha aiutato. Ho visto allenamenti, ho studiato, sono cresciuto. Poi ho ricevuto la chiamata dalla Viterbese e ho avuto un colloquio con il presidente Camilli. Sono bastati pochi minuti e ho subito capito che davanti a me avevo il progetto che cercavo”, Antonio Calabro ricorda alla perfezione quei giorni di fine gennaio 2019.

“Non sarei ritornato in panchina (è subentrato al posto dell’esonerato Stefano Sottili, ndr) se non fossi stato certo della bontà del progetto. Camilli è un presidente ambizioso, molto competente, non ci fa mancare nulla. Il ds Pagni – che stima da tempo – e tutta la proprietà sono stati bravissimi a portare a termine delle operazioni funzionali a gennaio nonostante il pochissimo tempo a disposizione, considerando che io ho firmato quando mancavano appena 10 giorni alla chiusura del calciomercato”, racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com Antonio Calabro.

UNA SITUAZIONE ‘INSOLITA’

E i risultati sono subito arrivati: 5 vittorie, due sconfitte e un pareggio tra campionato e coppa. “Sì, stiamo andando bene. Ho a disposizione una rosa importante. Ma, come ripeto sempre, questo è tutto un… esperimento”, racconta Calabro. Il motivo? Presto spiegato: “Il campionato per la Viterbese è iniziato male, tra mille difficoltà con tutto quello che è successo. Adesso ci ritroviamo a dover giocare ogni tre giorni: è una situazione insolita, non è mai successa una cosa del genere a nessuna squadra in Serie C, non abbiamo un modello da seguire. La vera incognita – prosegue Calabro – è la tenuta fisica della squadra: non so davvero cosa aspettarmi a volte, a Siracusa ad esempio (una delle due sconfitte sotto la sua gestione, ndr) la squadra era sulle gambe”.

Come si gestisce una situazione così particolare? “Per ora praticamente giochiamo e ci riposiamo. Una gestione all’inglese diciamo. Ci alleniamo sul campo, durante le gare. La proprietà mi ha messo a disposizione un match analyst, ed è davvero un aiuto utilissimo: lavoriamo così, a discapito anche di qualche seduta di allenamento sul campo”.

LA VITTORIA SUL CATANIA

Nonostante le mille difficoltà, i risultati stanno dando ragione alla Viterbese. Quattro vittorie consecutive in campionato, il passaggio del turno in Coppa Italia contro la Ternana, il successo contro il Catania nell’ultima gara di Serie C (32 punti in classifica in 22 gare disputate e undicesimo posto parziale, nonostante le tante gare da recuperare).

Calabro ci interrompe: “Mi spiace che la sconfitta contro di noi sia costata la panchina a Sottil. Ci deve essere sempre molta comprensione tra noi allenatori, non facciamo un mestiere semplice. Quando le cose non vanno è sempre l’allenatore a pagare per tutti. Allenare in una piazza storica ed esigente come Catania non è mai facile, mi auguro di rivedere presto Andrea in panchina (QUI)”, le parole dell’allenatore della Viterbese.

GASPERINI E CONTE I MODELLI

Che in panchina si ispira a due grandi maestri: “Gasperini e Conte. Due allenatori che riescono – tra le altre cose – a trasmettere alle loro squadre quell’atteggiamento che io adoro”, ha proseguito Calabro. Che adesso sogna alla guida della Viterbese: “Per tutte le difficoltà di questa stagione non si possono fare progetti, né ci siamo fissati obiettivi. Vediamo partita dopo partita. Ma sicuramente, altrimenti non avrei accettato, quella di portare la Viterbese in Serie B nel giro di 2-3 anni, comunque nel medio periodo, è l’ambizione comune mia, del ds Pagni e del presidente Camilli”.

TRA PASSATO E… PRESENTE

Un presidente che “ama la tattica, conosce gli avversari e con cui mi confronto sempre. Difesa a te, quattro. Capisce di calcio ed è bello parlare con lui. Ci mette competenza e risorse per farci lavorare al meglio”, ha ammesso Calabro. Che è tornato ad allenare in Serie C dopo l’esperienza al Carpi, in Serie B: “La differenza tra B e C? Non è così netta, anzi ci sono tante cose in comune, bisogna solo essere bravi ad adattarsi. Cosa non ha funzionato al Carpi? Ha funzionato tutto. Salvezza raggiunta dopo un campionato super tranquillo e non era sicuramente facile visto che in quella stagione la società aveva ceduto diversi calciatori, effettuando delle importanti plusvalenze”.

“Ho un bellissimo ricordo di Carpi, così come della mia avventura alla Virtus Francavilla. Ho vinto tanto lì, ho centrato sempre gli obiettivi prefissati, andando anche oltre. Ma l’applauso ricevuto dalla squadra dopo l’eliminazione dai playoff contro il Livorno non lo dimenticherò mai, una soddisfazione enorme”, ha aggiunto Calabro.

“DURO? NO, PRETENDO RISPETTO”

Passato che lascia subito spazio al presente, con quella fama da duro che ancora oggi lo circonda: “Io dai miei ragazzi pretendo solo rispetto, non si tratta di essere duro. Do sempre una mano, un consiglio ai miei giocatori anche in vicende extracalcistiche. Sono stato anche io giocatore, so quanto è importante. Ma il rispetto dei ruoli viene prima di tutto”. Un requisito fondamentale per chiudere gli occhi e sognare in grande, seppur con i piedi per terra. Proprio quello che sta accadendo alla Viterbese di Calabro e del presidente Camilli.