Igor Tudor si presenta da nuovo allenatore della Lazio: lo fa tramite un'intervista a Lazio Style Channel, il canale ufficiale del club biancoceleste. L'ex Olympique Marsiglia ed Hellas Verona ha raccontato le sue prime sensazioni e spiegato gli obiettivi per il finale di stagione.
Le prime parole di Tudor da nuovo allenatore della Lazio
"Perché ho accettato questa sfida? Non ci sono motivazioni, la Lazio è un club prestigioso, che tutti vogliono, che chiunque faccia l'allenatore vorrebbe allenare. Ci sono giocatori forti, una tifoseria speciale. Far parte di questo club e di questa città, è tutto un insieme", ha detto Tudor.
Sull'impatto con le strutture: "Le strutture sono belle, da fuori avevo sempre la sensazione che questo fosse un club in cui si può fare bene, in modo semplice, come una famiglia. Questo club ha sempre un ruolo importante".
Su cosa può dare la Lazio nel finale di campionato: "Vediamo, per me sempre tanto. Dobbiamo metterci a lavorare, perché non è facile venire dopo un allenatore con un certo tipo di calcio, ci vorrà un periodo di adattamento. Ma c'è un gruppo sano, che si applica, tocca a me trasmettere le idee che ho in testa. Penso faremo in fretta".
Sul livello della difesa: "Se avrei tolto il posto a loro? Beh, io ero anche centrocampista o terzino con Lippi. La difesa non la fanno solo i difensori, tutta la squadra deve fare entrambe le fasi. Questo è l'obiettivo, lo spirito e la voglia di sacrificio non devono mai mancare".
Sul rapporto con Guendouzi e Casale, già avuti a Marsiglia e Verona: "Non ho ancora visto Mateo, ma è un vincitore, è un giocatore con una mentalità pazzesca, che ci vuole. Nicolò è un ragazzo d'oro e un giocatore forte, sarà sicuramente utile".
Su cosa vuole vedere in campo: "Il calcio moderno va nella direzione di attaccare con tanti giocatori, di fare gol, di non essere noiosi. Io ci provo, in qualche cosa farò meglio, in altre no, ci sarà sempre da migliorare. Sono uno che non si accontenta mai, bisogna sempre spingere".