Torino, Ferigra: dalla speranza spagnola al sì all’Ecuador
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Data: 08/10/2020 -

Torino, Ferigra: dalla speranza spagnola al sì all’Ecuador

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Dal Cino e Lillo del Duca alla Bombonera. Dal Filadelfia all’altura della Casa Blanca di Quito. Dai ruvidi duelli in serie B alla necessità di fermare Messi e Suarez. Il debutto in Serie A deve ancora arrivare, ma Erick Ferigra, difensore rientrato al Torino dopo il prestito all’Ascoli, giocherà per la nazionale ecuadoriana. Due partite di qualificazione al Mondiale contro Argentina e Uruguay, con la maglia di una nazionale a lungo rifiutata.

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Per la prima volta tornerà in Ecuador. Dopo vent’anni. Nato a Guayaquil nel ‘99, se n’era andato quando aveva appena due mesi. Direzione Elche, sud est della Spagna. È cresciuto lì, prima di essere scoperto da Guillermo Amor e traghettato al Barcellona. Non l’omonima squadra della sua città natale, ma quella blaugrana e catalana. Mes que un club. Cinque anni alla Masia, scuola di talenti diversi da lui. Lì condivide lo spogliatoio con Jordi Mboula, Pablo Moreno e Carles Perez.

Per capire il suo stile di gioco basta guardare il suo Instagram: ‘La Garra’ è il sottotitolo del suo profilo.Tecnica discreta, ma soprattutto temperamento e forza fisica a compensare la mancanza di centimetri. Caratteristiche non troppo nello stile della cantera. Anche per questo lascia la Catalogna, dopo avere rifiutato il Barça B. Nuova tappa Firenze, ancora minorenne. Solo una stagione in viola poi il prestito al Torino. Allenato da Coppitelli, trova la sua dimensione. I granata lo riscattano e gli mettono la fascia al braccio. Da capitano della Primavera alza la Coppa Italia nel 2018. Arriva anche il debutto tra i professionisti nel 4-0 contro il Cosenza in Coppa Italia, prima del prestito all’Ascoli.

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Un percorso che non è passato inosservato nella sua patria d’origine. La Federazione ecuadoriana lo convoca per il Sudamericano Sub20 in Cile. Ma Ferigra rifiuta. Sono cresciuto in Spagna, mi piacerebbe giocare con loro. Solo per questo”. L’Ecuador vince il primo titolo della sua storia e si piazza al terzo posto al Mondiale in Polonia, nel 2019. Un anno dopo, il nuovo ct della Trí, Gustavo Alfaro decide di chiamarlo per la nazionale maggiore. Ferigra stavolta accetta. Decisive una serie di chiamate da parte del segretario tecnico Gabriel Weiner durante il lockdown: “Contano su di me per queste qualificazioni. Oggi rappresento il Paese in cui sono nato, non c’è orgoglio più grande”.

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Dopo la salvezza tra alti e bassi ad Ascoli, è rimasto al Torino per giocarsi le sue carte con Giampaolo. Due panchine nelle prime due giornate, ora la possibilità di mettersi in mostra a livello internazionale. Contro Messi e Suarez. Due che ammirava ai tempi della Masia. Due avversari sulla strada di un Ecuador che Erick ha scelto di difendere davvero.

Di Mattia Zupo



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