Scuola e calcio, calcio e scuola. Quindici anni compiuti appena due mesi fa, una valigia piena di sogni tra ritiro con il Teramo e, a settembre, il secondo anno di ITI (Istituto Tecnico Industriale). E’ il prologo della bella, e giovanissima, storia di Andrea D’Aniello. Giovanissima, già. Il calciatore più giovane ad esser stato convocato in ritiro da una squadra professionistica (lui che è un classe ’03), il più giovane ad aver quasi esordito (a quattordici anni) in Serie C.
Dopo un anno tra prima squadra e Giovanissimi Nazionali, è arrivata la bella notizia: ‘Andrea, vieni in ritiro con noi’. Un’emozione grandissima, intensa. Risultato meritato dopo un anno di sacrifici. Doppi allenamenti, con prima squadra e Giovanissimi, dalle 14 alle 19. Almeno tre giorni alla settimana. Poi le notti sui libri a studiare (ha conseguito la promozione, quest’anno, a pieni voti). L’entusiasmo e l’insostenibile leggerezza dei quindici anni, la voglia di spaccare il mondo, la bellezza di un sogno che – lentamente, giorno dopo giorno – prende forma, si materia in realtà.
E pensare che il 25 marzo 2018… Il Teramo ha tutti e tre i portieri della prima squadra infortunati. Andrea è a scuola, gli arriva la chiamata. ‘Vieni in ritiro con noi, forse giochi’. Di fronte la Triestina, la squadra dello zio Peppe che ne è il direttore generale. Strano il destino, corsi e ricorsi, fili che si annodano e si ricongiungono. E non sempre vanno secondo le nostre aspettative. Come quel giorno, alla fine niente esordio. Poco importa. A quindici anni non si ha paura di niente, si vola a tre metri da terra. Come qualche giorno fa, quando Andrea ha visto il suo nome tra i convocati per il ritiro del Teramo.