Bari-Sudtirol, quando gli opposti si attraggono
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Data: 02/06/2023 -

Bari-Sudtirol, quando gli opposti si attraggono

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Sudtirol e Bari si sfidano per la semifinale playoff: due squadre con realtà e percorsi differenti, ma che li hanno portati a incontrarsi
Sudtirol e Bari si sfidano per la semifinale playoff: due squadre con realtà e percorsi differenti, ma che li hanno portati a incontrarsi

Sono tanti i modi in cui, sul piano scientifico, si può spiegare la capacità tra entità contrarie di avvicinarsi in maniera inconscia: teorie riguardo la gravitazione universale, l’interazione elettromagnetica o leggi euclidee su rette parallele “che non si incontrano mai se non all'infinito”. Eppure, nel mondo calcistico, le ultime stagioni di Bari e Sudtirol raccontano un’altra storia. All'andata la vittoria degli altoatesini, il 2 giugno il ritorno della doppia sfida valida per la semifinale playoff di Serie B, al termine di un percorso condotto quasi in parallelo, ma capace di attrarle ancora una volta come fossero poli opposti di due calamite.

 

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Sudtirol e Bari, galassie differenti nella stessa categoria

A primo impatto, Sudtirol e Bari spiccano come i club antitetici di questa Serie B, in particolare per ciò che rappresentano. Da una parte ci sono gli altoatesini, diventati in pochi anni un punto di riferimento nella zona di Bolzano e di tutto il Trentino per idee e organizzazione societaria. È difficile, infatti, trovare un altro modello simile, capace di fare così tanto scuola tra il centro sportivo all’avanguardia e le mirate strategie di mercato. L’unicum gestionale – da riscontrare nella capacità di molti membri dello staff di parlare anche in tedesco - si riflette sul campo. Il tipico stile di vita montanaro, immerso in un ecosistema naturale e quasi incontaminato, ha creato una vera e propria oasi di pace, in cui anche gli stessi calciatori si riflettono a pieno. Giocare col Sudtirol non porta solo successi, ma serenità: praticamente l’ambiente perfetto per far crescere i giovani senza pressioni e consentire a profili già affermati di non sentire il peso dei riflettori.

 

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Bari, invece, è coinvolgimento puro. E non sono i 58.000 spettatori (sold-out) previsti per la gara di ritorno a testimoniarlo – o meglio, non solo. È l’intero popolo a farlo, in piena sinergia con quello che è il carattere quasi costantemente euforico della città. Basterebbe una passeggiata tra i vicoli di Barivecchia per capire come il calore avvertito sulla pelle, in particolare di questi tempi, può essere riscontrato nei rapporti umani. Il risultato è un “caos ordinato”: una simpatica – talvolta stridente – agitazione, contraddistinta però da una sorta di tacito accordo tra tutti i cittadini, capaci di vivere a pieno il folklore e facendovi immergere qualsiasi “forestiero”. Per maggiori informazioni, chiedere a Bellomo, icona della baresità all’interno della rosa di Mignani. E quel suo coinvolgimento ha funzionato anche sui compagni. Di Cesare, Antenucci, Folorunsho, Esposito... sono solo alcuni dei testimonial del "priscio" barese, essenza pura di vitalità che, quando cresce in città, diventa infermabile, portando anche i risultati sportivi. 

E poi ci sono i due stadi: il Druso e il San Nicola. Per il primo si parla di una bomboniera immersa tra il verde, le montagne e la città. Poco più di 5.500 posti e un campo mantenuto in maniera quasi maniacale, emblema perfetto del Sudtirol. Al Bari, invece, non piace fare le cose in piccolo. Quando giocano in casa, i biancorossi pugliesi preferiscono volare su quell'immensa Astronave costruita da Renzo Piano, capace di registrare, con l'imminente partita di ritorno, più di mezzo milione di spettatori in un anno. E pensare che questo "contenitore" si posiziona al nono posto tra le piazze del calcio italiano di questa stagione, dietro solamente alle sette sorelle di Serie A e al Genoa (se si considerano le 19 giornate), proprio la squadra contro cui questa stagione si è registrato il record di 48.877 presenze. Numeri quasi umilianti, eppure sintomi di mondi che vivono perfettamente le proprie identità. 

 

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Percorsi paralleli, mano nella mano

E sul campo da calcio? Anche lì sembrerebbe quasi di guardare a stelle di galassie differenti, sia per le rispettive storie che per i percorsi di questa stagione. Basti pensare che il Sudtirol si trova alla prima esperienza assoluta in Serie B dal 1974, anno della sua fondazione, ma può già giocarsi l'accesso in finale playoff. Il suo cammino ricorda per molti versi quello del Benevento 2016/17, una favola inedita per la categoria e conclusasi con la promozione in Serie A. Per il Bari, invece, la Serie B è diventata quasi "di troppo". Con 47 partecipazioni nella propria storia, i pugliesi sono al terzo posto tra le squadre di questo campionato dopo Brescia e Modena - al quarto assoluto considerando il Verona -, e adesso vogliono puntare a una promozione che manca dalla stagione 2008/09.

Ci sono poi le prestazioni a separare ancora una volta Sudtirol e Bari, squadre quasi speculari per il modo di giocare. Da una parte la seconda migliore difesa del campionato, dall'altra il secondo attacco. 34 reti subite contro 58 gol segnati: entrambe si piazzano dietro al Frosinone nelle proprie classifiche. Bisoli contro Mignani, due allenatori che, invece, sembrano essere in antitesi rispetto alle rispettive piazze. L'impulso contro la flemma, o anche il furore e la ratio: yin e yang. Il primo è ormai un veterano in Serie B, l'altro, invece, come i suoi avversari, è alla prima esperienza in questa categoria.

 

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Chi si somiglia, però, si piglia, e se in qualche modo i percorsi di Sudtirol e Bari li hanno portati a incontrarsi di nuovo, è anche per le loro affinità. In primis, probabilmente, sono i colori ad attrarre le due realtà. Il bianco degli altoatesini si lega col rosso dei pugliesi, e viceversa. Poi c'è la storia di questo biennio, visto che entrambe sono partite dalla Serie C, vincendo nei rispettivi gironi lo scorso anno e trovandosi, in un campionato di mostri sacri, a emergere come vere e proprie sorprese. Per tutto l'anno, infatti, le due squadre hanno occupato i primi posti della classifica, alternandosi poi al terzo e al quarto posto per diversi mesi. Eppure sembrava quasi che lo facessero apposta, in maniera amichevole, consce che fossero tra le predestinate, come due rivali che si stimano a vicenda e che dopo ogni vittoria si battono "il cinque".

 

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Credits: Tess Lapedota

 

Ed è proseguendo su quei percorsi paralleli che, finalmente, Sudtirol e Bari si incontrano per la resa dei conti. Dover sceglierne solo una, arrivati a questo punto, è quasi doloroso per gli appassionati. Allora sarà il campo a separarle, dopo un percorso che le ha viste, pur inconsciamente, attrarsi



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