Luis Suarez è tornato in Uruguay per giocare con la maglia della squadra che lo ha cresciuto e che lo ha lanciato nel grande calcio europeo: parliamo del Nacional. Il suo presente è legato a Montevideo e al club con cui intende essere presente ai prossimi Mondiali in Qatar. Ma è il suo passato che fa sicuramente più discutere; soprattutto quello che ha vissuto in Spagna con le maglie di Barcellona e Atletico Madrid. Le esperienze più vincenti della sua carriera sono state rivissute dallo stesso Suarez, che ha concesso un'intervista a Marca.
Suarez: "Saluterei Koeman, ma spero mi dica la verità sul mio addio al Barcellona"
Luis Suarez ripercorre la sua esperienza al Barcellona. I blaugrana gli hanno dato molto a livello di visibilità ad altissimi livelli, ma anche lui ha contribuito a dare tantissimo ai catalani. Per questa ragione Suarez dà un voto altissimo a 6 anni meravigliosi, trascorsi con la maglia del Barcellona: "Mi do un "12" per le aspettative con le quali sono arrivato qui e che non erano pari a quelli di Messi e Neymar. Si diceva che tre galli in un pollaio non potessero convivere. Tuttavia abbiamo dimostrato di poter rendere bene, portando quel Barcellona a essere la migliore squadra in questi ultimi anni. Sul finire della mia avventura al Barcellona, si è abbassato il livello della squadra, ma, anche in quella circostanza, ho avuto la tranquillità per superare sempre i 25 gol a stagione. Sono orgoglioso della carriera che ho fatto lì".
Suarez può essere molto soddisfatto della sua avventura al Barcellona, ma c'è una situazione, che vorrebbe risolvere. L'attaccante uruguayano gradirebbe ricevere dei gradimenti da Koeman sul perchè del suo addio anticipato al Barcellona: "Il tempo passa e, sì, saluterei Koeman per educazione e rispetto. Però, se dovessi incrociarmi con lui, spero che abbia la grandezza, che ha avuto da calciatore, di dirmi la verità faccia a faccia sul perché sono andato via".
Suarez: "Simeone è ancora candidato per tutto"
Suarez non ha dato e vissuto grandi momenti solo al Barcellona. L'attaccante uruguayano è stato protagonista anche di due anni davvero molto positivi all'Atletico Madrid. Con i colchoneros, Suarez ha vinto una Liga. Il quinto campionato spagnolo della sua carriera, arrivato dopo i quattro conquistati con il Barcellona, è stata una sensazione bellissima per El Pistolero: "Da 0 a 10, mi do un 10 per essere rimasto due anni, aver vinto una Liga ed essere stato il principale cannoniere della squadra".
Una squadra, allora e tutt'ora guidata da Diego Pablo Simeone, che difende pubblicamente per il cambio di filosofia di gioco. Il cholismo, che ha reso grande l'Atletico, ha lasciato spazio a un gioco più offensivo. In passato sono stati raggiunti grandi traguardi con un calcio più difensivo. Adesso, i risultati stanno scarseggiando attraverso filosofia più offensiva. Questa, però, è inevitavile considerando i giocatori, che ha disposizione:
"Adesso ha tanti giocatori di qualità che ti portano a dire: "Devo attaccare di più". Si ha a che fare con Llorente, Carrasco, Correa, Joao Felix e Griezmann...a volte ci si dimentica che prima si aveva una mentalità difensiva forte con Juanfran, Godin, Miranda, Savic e Gabi...con quella squadra si attaccava due o tre volte a partita e si realizzava un gol. Adesso si attacca di più, ma non si fanno molti gol. Per di più si subiscono pià attacchi avversari. Ma l'Atletico è ancora candidato a tutto per la qualità della rosa che ha".