Di nuovo nel Vecchio Continente per tornare alle vecchie abitudini. Pepito Rossi ha convinto tutti: dopo il periodo in cui si era aggregato alla squadra per ritrovare la migliore condizione e cercare la fiducia del club, la Spal ha deciso di tesserarlo. Rossi, dunque, ripartirà dalla Serie B dopo essere rimasto senza squadra da gennaio.
Un'intesa internazionale
Nato e cresciuto negli States, non è un caso se la connessione vincente l’abbia trovata con Joe Tacopina, italoamericano come lui. Il presidente gli ha teso una mano, riportandolo in Italia dopo l’esperienza con il Salt Lake. Evitando, fra l’altro, che questa fosse l’ultima, visto che gli 11 mesi senza squadra lasciavano presagire che il ritiro fosse più vicino che lontano.
Rossi, invece, c’è. Dopo circa tre settimane di ambientamento, fisico e tecnico, anche Pep Clotet si è convinto a riportare sui campi il suo talento cristallino, troppe volte in carriera intralciato da qualche scherzo del destino. Insomma, a Ferrara Rossi ha tutto per sentirsi a casa: la sua italia, i suoi Stati Uniti con Tacopina e la connessione calcistica tutta spagnola con l’allenatore catalano.
Alti e bassi
Pepito il giramondo, infatti, il suo soprannome se l’è guadagnato a Vila-Real e in un Paese che ha lasciato incantato per il suo calcio. Al Madrigal, l’ingegnere Pellegrini lo coccola e crede in lui come nessun altro allenatore prima. 56 partite, 32 gol in una stagione e un ruolo centrale in una delle squadre più belle d’Europa: Rossi aveva già un nome, essendo passato dal Manchester United ed avendo fatto bene a Parma, ma è proprio a cavallo del 2010 che raggiunge per tutti lo status di campione.
E anche con la maglia del sottomarino giallo, però, che sono iniziati gli infortuni, specialmente quelli al crociato. Infortuni che hanno frenato una carriera da potenziale stella del calcio mondiale, oltre che delle operazioni di mercato che l’avrebbero portato a giocare stabilmente nell’élite. Poi Fiorentina, Levante, Celta, Genoa, Salt Lake e ora proprio la Spal.
Alla Spal ha già convinto tutti, da Tacopina a Clotet. Difficile pensare che potesse accadere il contrario, con quella qualità. Ora ci sarà da convincere anche il destino, spiegargli che a 34 anni il ritiro sia più lontano che vicino.