Sabiri avrebbe potuto giocarlo con la maglia del Genoa sulle spalle, a gennaio ha scelto di indossare quella della Sampdoria. Audero nei minuti ha messo le mani sulla vittoria finale del Mach. Lampo Sabiri, rigore parato da Audero a Criscito: il derby della Lanterna è della Sampdoria, il cielo di Genova si tinge ancora di blucerchiato.
GOL E STORIA DEL DERBY RISCRITTA: SABIRI PROTAGONISTA A MARASSI
Numero 11 sulle spalle, il 10 dentro per vocazione: al suo primo derby di Genova, capace subito di entrare nella storia dell’eterna sfida tra Sampdoria e Genoa. Luci del Ferraris puntate addosso, Abdelhamid Sabiri è stato uno dei due protagonisti del 125esimo derby rossoblucerchiato. Suo il pallone strappato dai piedi di Galdames a dare il via all’azione del vantaggio della Samp, suo il tocco in scivolata a raccogliere il cross dalla sinistra di Augello col pallone finito alle spalle di Sirigu per l’1-0 Samp a Marassi. Una rete ad accendere un Marassi per tre quarti blucerchiato, festeggiata sotto alla Gradinata Nord scatenando la reazione della panchina rossoblù col suo capitano Mimmo Criscito.
Un gol pesantissimo per la Sampdoria, forse anche di più per il classe 1996 arrivato a gennaio dall’Ascoli, sul quale mesi prima aveva messo gli occhi anche il Genoa. “Sì, ho parlato anche con loro in estate. - le parole del trequartista in un’intervista al Secolo XIX - Il primo obiettivo era giocare in A, poi quando ho saputo della Sampdoria e ho visto le due squadre per me è stato naturale scegliere il blucerchiato”. Scelta ripagata dalla tanta fiducia datagli da Marco Giampaolo, ripagato a sua volta dalle giocate decisive di Venezia e al gol capace di decidere il derby e di avvicinare la Samp all’obiettivo salvezza. Che per Sabiri, a Genova in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza, può avere un significato ancora più importante. “Voglio restare, qui sono felice e anche questa è una motivazione in più. La Samp è il mio jolly, la grande chance”. Arrivata forse tardi, a 25 anni la A e i primi gol nel nostro campionato. Dopo gli anni in Bundes e Premier, prima della Sampdoria l’anno e mezzo per crescere ad Ascoli. Ora la “squadra più forte in cui io abbia mai giocato, l’allenatore mi apprezza, il suo calcio è adatto a me. Dopo tanta scuola qui ora sono all’università”. Esame derby superato, con lode.
RIGORE PARATO E LACRIME DI GIOIA AUDERO
Superato grazie anche grazie alla collaborazione e all’intervento decisivo a fine di gara di Emil Audero, capace di ipnotizzare uno specialista dal dischetto come Domenico Criscito e salvare il risultato. Sinistro del capitano del Genoa a mezza altezza sul quale il numero uno blucerchiato arriva, mettendo la parola fine al match: lacrime di gioia per il portiere 1997 arrivato a Genova nell’estate del 2018 dalla Juventus, a fare da contraltare a quelle del numero 4 rossoblù per l’errore dal dischetto che ha condannato il suo Genoa alla sconfitta.
“Una parata così nemmeno nei sogni, è veramente un sogno perché inutile nasconderlo ci giocavamo tutto. - le parole di Audero a Dazn a fine gara - È una partita cruciale, in positivo per noi, non so se in negativo per loro perché ci sono altre partite. È bellissimo. Ora mancano tre partite in un campionato in cui può succedere di tutto. I baci ai guanti e a Criscito? Quello ai guanti nemmeno me ne sono accorto, e a Criscito l’ho dato perché a prescindere dai colori capisco cosa prova in questo momento”. Sconforto da una parte, felicità dall’altra. Per una parata che può valere una salvezza, festeggiata anche dopo la doccia negli spogliatoi assieme al presidente Lanna da solo sotto alla Gradinata Sud. Ancora piena, sotto un cielo che stasera è un po’ più blu.