La costruzione della squadra da subito è passata dalla difesa. Solidità in quel reparto, poi si pensa ai gol (da fare). E infatti probabilmente non è un caso che il primo acquisto della Roma di José Mourinho sia stato un portiere. Pensieri estivi che si riflettono su un presente quasi invernale in cui i giallorossi dovevano ritrovare una solidità perduta.
I gol arriveranno, intanto meglio non prenderne troppi. Come mesi fa, come una contromisura all’addio di Dzeko, un rimedio ad una difesa che incassava più di quanto doveva. Due mosse, da principio: compattare il reparto con quegli uomini-garanzia di solidità già in rosa e rispondere al meglio all’infortunio di Spinazzola. Anche perché le variazioni sul tema non sono mancate. Dal terzino ai box all'arrivo di Matias Vina, manifesto di quel mercato estivo ‘di reazione’ che più volte ha nominato in conferenza stampa Mourinho. Poi infortuni, squalifiche, Covid. Sarà cambiato il clima ma non il modo in cui la Roma mourinhana è ripartita. E l'1-0 dell'Olimpico contro il Torino diventa la terza gara consecutiva senza prendere gol.
Mancini-Karsdorp, garanzia di continuità
Contro il Torino i giallorossi hanno collezionato la terza vittoria consecutiva (2 in campionato e una in Conference) e soprattutto la terza partita chiusa senza subire alcun gol. Duecentosettanta i minuti di imbattibilità di Rui Patricio che mai aveva assaporato durante questa prima parentesi nella capitale. Il “disastro” di Bodo – nominato anche oggi da Mourinho al termine di Roma-Torino – sembra ormai lontano.
E non soltanto perché è trascorso oltre un mese. Ma il ritorno alla solidità difensiva non passa solo dai guantoni di Rui Patricio. Viene consolidato anche dalla continuità di giocatori come Mancini – capitano senza Pellegrini – e Karsdorp, che sono anche i due giocatori di movimento più utilizzati finora.
Le corse dell’olandese, le chiusure del centrale. Adattabili e duttili. A tutto reparto o a tutta fascia. Impossibile per Mourinho fare a meno di loro ultimamente. Come per i tifosi rinunciare a vedere un Mancini sempre sul pezzo a guidare i compagni e a confortarli dopo qualche svarione (vedi Ibanez); oppure le scivolate di Karsdorp che ormai è una sicurezza. Anche quando si cambia sistema di gioco e bisogna salire quando la difesa diventa a 3.
“E’ molto difficile pressare alto una squadra come il Torino per come gioca in costruzione – ha dichiarato Mourinho in conferenza stampa al termine della gara –. Però senza grandi problemi ce l’abbiamo fatta. Con grande controllo e con uno sforzo tremendo da parte di tutti i giocatori”. Difesa sì, ma anche l’attacco che difende fa la differenza. “A volte i giocatori bravi si nascondono da questo ‘duro’ lavoro ma Abraham e Zaniolo no”. Nota di merito, firmata José Mourinho. Che ha ritrovato una Roma ‘bunker’ per vincere anche (e ancora) come piace a lui.