La penultima partita casalinga della Roma in campionato avrebbe dovuto essere una festa. Perché la squadra di Mourinho tornava a giocare davanti ai propri tifosi dopo aver conquistato la finale di Europa League (dopo lo 0-0 di Leverkusen) ma per quasi tutta la gara è mancata la curva sud, in protesta contro le forze dell'ordine per aver vietato l'ingresso di uno striscione, e sono stati invece i tifosi della Salernitana a cantare per 90 minuti e a festeggiare per un pareggio in trasferta anche se ormai ininfluente per la classifica di una squadra già salva.
La squadra di Paulo Sousa è riuscita a mettere in difficoltà una Roma con una formazione titolare ulteriormente rimaneggiata rispetto alle ultime uscite (basti pensare a Bove in difesa e Dybala nemmeno in panchina) e a lasciare l'Olimpico con un 2-2. Prima un eurogol di Candreva al 12', su assist di Coulibaly da metà campo, poi la rete di Dia; in mezzo il momentaneo 1-1 di El Shaarawy, di nuovo titolare dopo quattro partite out per infortunio, e infine la rete di Matic all'83' che mantiene il quarto posto distante 4 punti dai giallorossi, vista anche la penalizzazione della Juventus e i 10 punti tolti ai bianconeri. La corsa Champions della Roma ora passa più da Budapest che dal campionato ma Mourinho non pensa alla finale di Europa League come trampolino per la competizione più ambita: "Io non ho mai detto che la Roma era una candidata per la Champions".
"Qualificazione in Champions? Mai detto. Con 7 milioni spesi sul mercato sarebbe più di un miracolo..."
"Io non ho mai parlato di Champions League". Mourinho secco e dritto al punto in conferenza stampa ridimensiona la Roma e gli obiettivi del club. Finire tra le prime quattro del campionato non era un pensiero del portoghese a inizio campionato: "Chi ha parlato della Champions come un obiettivo per la Roma? Io no sicuramente. Cerco di essere sempre onesto, non mi piace vendere fumo. Quando competi con le squadre che abbiamo davanti in classifica sarebbe irresponsabile parlare di Champions.
Lo ha fatto Tiago Pinto? E' un problema suo, non è un problema mio. Noi vogliamo continuare a fare la storia ma andare in Champions con 7 milioni di mercato non è nemmeno un miracolo, è Gesù Cristo che è arrivato a Roma ed è andato a fare una passeggiata in Vaticano". Senza giri di parole o spazio ad interpretazioni, il Mourinho pensiero riguardo le ambizioni della sua squadra è chiaro. Come l'obiettivo del 31 maggio: "Io in finale mi gioco solo la finale".