La ciliegina sulla torta non c'è stata, ma restano comunque 19 anni di Primavera densi di passione, per il suo lavoro, e d'amore, verso la Roma. Lasciare con lo Scudetto avrebbe avuto un altro sapore chiaramente e sul suo volto si legge tutta la delusione e il rammarico per aver lasciato l'ultima missione a metà.
“Ci aspettavamo un altro epilogo”, sottolinea in conferenza De Rossi, con la voce rotta dall'emozione, di chi sa che la serata sarebbe potuta andare diversamente. Il destino è così, sa essere beffardo e crudele, ma è il calcio. Gioie e dolori di uno sport che in ogni situazione ci regala sempre qualche magia.
La magia della Roma si chiama Alberto De Rossi, istituzione giallorossa e dell'intero panorama giovanile nazionale. Dirsi addio non è mai semplice e l'emozione dell'allenatore è anche, e soprattutto, per questo. Del futuro è stato criptico “La Roma ha altri progetti”, ma c'è la certezza che quella del Mapei sia stata la sua ultima avventura da allenatore della Primavera.
“Io mi metto a disposizione della Roma, vedremo poi in quale veste”. Chiude così la conferenza De Rossi, lasciando una porta semiaperta per il futuro in giallorosso. Prossimo ruolo? L'ipotesi molto calda è quella di supervisore del settore giovanile, un ruolo ricoperto anche da Betty Bavagnoli con il femminile. La certezza è che si porterà avanti un lavoro senza calpestare i piedi a chi sta facendo bene da quando è a Roma, ovvero Bruno Conti, Vincenzo Vergine e Simone Lo Schiavo. Avrebbe poco senso menzionare quanti dei suoi ragazzi, passati dalle sue sapienti mani da formatore, sono ora a giocarsi trofei importanti. Renderebbe poco merito al lavoro di un allenatore che in 25 anni ha portato alle luci della ribalta un settore giovanile importante. Quando si parla di Roma si parla di De Rossi e farà strano, a partire dalla prossima stagione, non vederlo più lì in panchina a emozionarsi assieme ai suoi ragazzi.
A cura di Simone Brianti
