"Quando ci siamo rivisti dopo 3 mesi di allenamenti in casa ho visto qualcosa negli occhi dei miei giocatori. Avevano voglia di vincere. Rimanevano in campo anche dopo la fine degli allenamenti”. Occhi di fuoco e fame di vittoria: si può spiegare in una frase il trionfo del Real Madrid.
La squadra di Zidane fa 10 su 10 da quando il campionato spagnolo è ripreso, col Villarreal, in casa, non ha sciupato il match point. La Liga è dei Blancos, per la 34esma volta nella storia. La doppietta di Benzema firma il definitivo allungo sul Barcellona, che rimane a meno 6 con una giornata al termine.
Una vittoria arrivata da lontano. Era l’11 marzo 2019, Zidane era appena tornato in panchina dopo la parentesi – sfortunata- di Lopetegui e aveva già fissato l’obiettivo: “Il prossimo anno la priorità sarà vincere la Liga”. Così è stato, difficilmente Zizou sbaglia.
Ha vinto il suo undicesimo trofeo da allenatore del Real Madrid, colleziona successi come nessuno. Merito della sua capacità di valorizzare il gruppo e tenerlo unito, anche quando la distanza sembra inevitabile. È il caso di Bale e James Rodriguez, esclusi dal progetto e in tribuna nelle ultime gare, ma comunque sempre difesi dall’allenatore francese.
“Noi tutti, e quando dico tutti intendo anche Gareth e James, puntiamo ad una cosa sola: la vittoria”, ha detto nella conferenza pre-Villarreal. Zidane sa come si vince, lo ha fatto tanto da giocatore, altrettanto da allenatore, anche se ha iniziato da poco.
Per la prima volta però dovrà festeggiare senza tifosi. La Casa Blanca e il governo spagnolo hanno infatti invitato i tifosi a non invadere le strade della città per festeggiare il titolo, la richiesta è stata appoggiata anche dal club. Non ci saranno forse molte bandiere in giro per Madrid, ma la gioia rimane: e per il Real sono 34.