"A chi assomiglio? Per fisico, tecnica e stile di gioco forse ad Aguero". Esordisce così Giacomo Raspadori, che si racconta sulle pagine della Gazzetta dello Sport. L'attaccante del Sassuolo parte proprio dalle sue caratteristiche in campo: "El Kun è uno di quelli che ho studiato di più assieme a Tevez, Di Natale e anche Paolo Rossi. Però chi mi ha ipnotizzato più di tutti è Eto’o: è l'esempio di quando un attaccante diventa un punto di riferimento per la squadra".
"Sono un po' Mancini e un po' Vialli"
L'attaccante neroverde, poi, ha fatto chiarezza anche su quello che è il suo ruolo in campo: "Forse sono più un falso nove, ma più che altro dal punto di vista tecnico e per caratteristiche fisiche. Però per tante altre cose mi sento un 'nove' classico. Sono un po' Mancini e un po' Vialli, mi piace come sintesi e soprattutto non sarebbe male. L'abbraccio sincero, vero, che mi ha dato Vialli prima di Italia-Lituania mi ha scaldato il cuore, lo porterò sempre con me".
Raspadori poi conferma che non ha mai pensato di andare via dal Sassuolo: "Per il mio percorso credo che in questo momento sia la cosa migliore. L'importante è stare in campo il più possibile e poi sento molto il ruolo di ambasciatore di 'Generazione S': sono qui da quando avevo 10 anni e spero di essere di ispirazione per tanti ragazzi".
In chiusura l'attaccante ha commentato anche le voci di mercato che lo hanno riguardato quest'estate. "Sarei bugiardo se dicessi che non mi ha fatto piacere quando sono stato accostato all'Inter. Ho fatto un percorso in crescendo ed è normale voler crescere ancora. Ma c'è il momento giusto per ogni ambizione".
L'intervista completa sulle pagine de La Gazzetta dello Sport