A un anno dall’esordio col Perù, Gianluca Lapadula si è sbloccato anche nelle Eliminatorias a Qatar 2022.
Dopo i 4 gol segnati in Copa América che lo hanno reso il capocannoniere del torneo al pari di Messi e del colombiano Diaz, l’attaccante del Benevento ha aperto la partita contro la Bolivia a Lima, dove la Bicolor ha vinto 3-0 e ha conquistato 3 punti vitali per alimentare il sogno qualificazione.
L'omaggio della Conmebol
“Quando sorge la luna, appare il coraggioso Lapadula. El Zorro!”, questa è la frase utilizzata su Twitter dalla Conmebol per ormaggiare l’attaccante italoperuviano, con riferimento alla maschera utilizzata dal centravanti che ricorda quella dell’abile spadaccino.
“In Sud America mi sono rotto il naso per la terza volta, non mi conviene operarmi perché potrei rompermelo. Purtroppo la frattura c’è e dovrò portare la mascherina ancora per un po’”, aveva spiegato il classe 1990 qualche mese fa dopo la tripletta contro il Cittadella.
Da Lapagol al Bambino Inca
Ma questo è solo l’ultimo Apodo, soprannome ricevuto da Lapadula. Si va dal più generico Lapagol, al ‘Sir William’ che gli ha etichettato suo fratello Davide quando aveva solo 12 anni: “Dopo aver guardato Braveheart, mi ha visto giocare con una cattiveria agonistica fuori dal normale”, aveva spiegato qualche anno fa in un’intervista.
Un soprannome che deriva anche dal fatto che il nome di battesimo è proprio William. Gli altri molto popolari sui social sono ‘El Bambino de los Andes’, il bambino delle Ande, e ‘El tanque Inca’, ovvero il carrarmato Inca come lo ha ribattezzato suo cugino Antonio Trigueros.
Sempre più idolo del popolo andino, la Conmebol lo ha inserito anche nella Top 11 dell’ultima giornata di qualifficazioni, in un attacco a due accanto a Neymar.
Con il gol alla Bolivia sono 5 in 16 presenze, numeri che certificano il suo buon rendimento, in sostituzione di un altro con cittadinanza italiana come il 37enne Paulo Guerrero, reduce dalla squalifica per doping e dalla rescissione del contratto con l’Inter di Porto Alegre.
A 2 punti di distanza dal quarto posto occupato dal Cile, contro il Venezuela ultimo in classifica, ora la squadra allenata dal Tigre Gareca è chiamata a vincere, per riportare il Perù al Mondiale per la seconda volta consecutiva, cosa che non accade dal 1982. Per Zorro è di nuovo il momento di mettersi la maschera.