Minuto 72 di Chievo-Sampdoria. Il Bentegodi si alza, il pubblico clivense applaude il suo capitano. Per l'ultima volta: Sergio Pellissier si ritira dal calcio giocato senza riuscire a salutarlo con un gol (rimarranno 139 in 513 partite con la maglia del Chievo). Ma resta l'emozione unica di quel minuto, in cui il match si ferma e compagni e avversari rendono omaggio all'attaccante classe '79.
Speciale quello di Fabio Quagliarella. 'Solo' quattro anni di differenza tra i due, ma dai 36 ai 40 c'è l'abisso che divide il capocannoniere della Serie A al ritiro della bandiera. Un abbraccio prolungato e commosso, prima che Pellissier raggiunga la panchina. E si lasci andare alle lacrime, di fianco al figlio che lo aspettava.
“Che dire, non è facile trovare le parole”, il saluto dell'attaccante al suo pubblico al termine del match. “Un dovuto ringraziamento al presidente che mi ha sopportato per 19 anni; alla persona che mi ha portato al Chievo come Sartori che ha sempre creduto in me; a tutti i miei compagni del presente e del passato che mi hanno aiutato a crescere e a realizzare un sogno con tanti gol in Serie A; a tutti gli staff presenti e passati che sono stati amici nei momenti belli e brutti; a tutti i mister che ho avuto, ho imparato tanto da tutti.
Un ringraziamento a chi non ha creduto in me, a coloro che avrebbero voluto smettessi prima: senza quelle persone non sarei ancora qua. Grazie a tutti i miei veri amici, che mi sono stati al fianco anche quando magari non giocavo più, e alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. E per finire ai tifosi del Chievo, siete riusciti a trasformare il giorno più brutto della mia vita nel più bello, nonostante un’annata difficile”.
22 anni di vita e di carriera in un baleno, che uno striscione sugli spalti riassumono bene: 'Si scrive Sergio si legge Chievo. Grazie di tutto capitano'.