Luciano Spalletti è stato ospite oggi dell'Università Federico II di Napoli per una lectio con gli studenti. L'allenatore del Napoli è tornato sulla sconfitta di domenica contro la Fiorentina: "L’umore non è dei migliori, ovviamente. Ma incontrare una qualità di studenti come quelli della Federico II non succede tutti i giorni. Sono sicuro che dalla qualità delle vostre domande riuscirò ad ‘acchiappare’, come si dice in toscano, quella qualità da trasferire dentro lo spogliatoio ai miei calciatori per fare anche qualche risultato in più".
Spalletti ha parlato del suo ruolo e della sua filosofia nell'affrontarlo: "Fondamentali nella vita sono le scelte, le decisioni, soprattutto per quanto riguarda il mio ruolo: io cerco sempre di tirar fuori le migliori decisioni, dalla formazione alle tattiche. In tutti gli ambiti, dalle riunioni di condominio fino al Vangelo, c’è qualcuno che decide, un’anima forte a cui affidare le proprie debolezze".
“Quando si parla, quando si va a motivare una squadra, bisogna essere sempre sintetici e bravi a dare subito l’idea di dove si vuol andare. Per me i calciatori devono essere in condizione di scendere in campo consapevoli di dover dare tutto: io faccio lo sciamano, provo a costruire l’atteggiamento. Il mio obiettivo è di creare qualcosa di importante che possa durare nel tempo, mantenendo sempre un rapporto di cuore e di sentimento. Per me chi perde tempo va fuori, non si perde tempo: ci si allena senza chiedere che allenamento facciamo, lo si fa e basta“.
Su Zielinski...
Infine, tornando di nuovo al 2-3 subito al Maradona: "La sconfitta ci ha fatto male, motivo per cui dopo questi eventi mi aspetto che tutti si sveglino presto e arrivino all’allenamento per lavorare bene, senza lamentarsi di niente: lamentarsi non è mai una strategia, non bisogna mai pensare sia colpa di quell’altro o della sfortuna. In quel caso non hai portato a casa niente, nessun risultato. Zielinski non lucidissimo contro la Fiorentina? Non è colpa di Piotr, le scelte le faccio io, dovevo stare più attento. Perdere di vista l’obiettivo? A noi è successo come in Toscana quando c’è la nebbia: è lì e ci disturba la vista, ma poi scompare e torniamo a vederlo”.