Stadio San Paolo, Napoli. Parte la "musichetta" della Champions League, quella che a Fuorigrotta diventa un grido di battaglia per le migliaia di spettatori presenti e che spesso ha fatto tremare gli avversari di ogni latitudine. La telecamera che scruta i volti dei giocatori durante l'inno indugia su Erling Haaland, l'unico tra i ventidue in campo che sorride divertito, senza far trasparire alcun tipo di ansia prepartita.
Naturale, per i campioni di una certa caratura e di esperienza internazionale. Un po' meno, invece, se l'anagrafe dice che lo scorso luglio ha compiuto 19 anni. La logica conseguenza è che il rigore che porta momentaneamente in vantaggio il Salisburgo lo batta lui. Palla da una parte, Meret - che dagli undici metri è un fattore - dall'altra. Poi quel gesto: un invito alla calma, che tanto c'è lui ad andare a segno con una costanza impressionante nella massima competizione europea.
Sette gol in quattro partite, il quarto giocatore di sempre a segnare in ogni gara delle prime quattro in Champions, dopo Zé Carlos (Porto 1992/93), Alessandro Del Piero (1995) e Diego Costa (2013/14). In questo torneo ha segnato più del Barcellona e dello stesso Napoli. Robert Lewandowski, in stato di grazia in questi primi mesi di stagione, ne dovrebbe fare due all'Olympiacos per pareggiare i conti col norvegese e agganciarlo in vetta alla classifica marcatori.
Molto difficile, dunque, immaginarselo nella Bundesliga austriaca anche il prossimo anno. Ma non impossibile, visto che lui stesso ha ammesso di aver rifiutato la corte delle big d'Europa, come la Juventus che pochi anni fa andava a guardare allo stadio, per maturare con i tempi migliori. La sua foto allo stadio a Torino nel 2017 divenuta virale in rete solletica la fantasia dell'ambiente bianconero, che lo inquadra - e non senza motivo - tra i campioni di un domani nemmeno troppo lontano.
La corsa al giocatore, quale che siano le pretendenti, sarà convulsa. Dalla Spagna, ad esempio, ad ogni sua prodezza si ribadisce l'interesse di Real Madrid e del Barcellona per questo prodigio. D'altronde, come non dedicare al capocannoniere diciannovenne della Champions League tutte le attenzioni di questo mondo.