"Oggi sono una persona totalmente diversa, più forte", ha dichiarato Juan Musso ai microfoni di Olè. Il portiere dell'Atalanta ha parlato di tutta la delusione provata per l'esclusione dal Mondiale in Qatar, ma anche della gioia ritrovata vincendo la finale di Europa League 2023-2024 con la Dea nella notte di Dublino.
Musso si racconta: dalla mancata partecipazione al Mondiale 2022 alla vittoria dell'Europa League con l'Atalanta
Il portiere argentino ha cominciato l'intervista parlando della vittoria dell'Europa League da parte della squadra di Gasperini: "Il momento migliore della mia carriera per molte ragioni. Avevo partecipato a competizioni come il Racing Championship 2014 e la Copa América (2021) vinta con l'Argentina. Sono stati momenti indimenticabili. Ma non ero mai stato protagonista giocando tutte le partite. Per me, ha un valore grandissimo perché l'Atalanta non aveva mai vinto nulla a livello europeo. Aveva vinto una sola Coppa Italia negli anni Sessanta. Il giorno in cui tre anni fa arrivai all’Atalanta, immaginare di poter vincere una coppa come l’Europa League era molto difficile. Che si sia avverato per me è qualcosa di irripetibile, unico, storico. Grazie a Dio è successo. Oggi mi sento nel momento più bello della mia carriera."
Riguardo all'emozione di aver condiviso questa vittoria con la propria famiglia in campo: "Era quello che ho sempre sognato. Anche mia moglie mi ha aiutato molto a coltivare quello che avevo già dentro. Quando ero un po' giù di morale o qualcosa del genere, mi ha detto: 'Ricordati che quest'anno finirai per alzare una coppa, ti abbracceremo in campo con Ale (suo figlio)' . Anche tutto questo genere di cose mi ha segnato. Che tutto ciò diventasse realtà per me era un sogno. Viverlo con loro è stato incredibile. Sono venute anche le mie sorelle e i miei genitori che erano in Italia perché avevano già programmato il viaggio. Mio fratello, quando è stato sorteggiato il Liverpool, ha preso un biglietto ed è venuto. Ha detto: 'Sarò lì perché è successa la stessa cosa ai Mondiali, sono andato dopo la partita, i quarti di finale e abbiamo alzato la coppa, ho la stessa sensazione di quando sono andato in Qatar'. I miei genitori erano già qui e hanno prolungato un po' il viaggio per vedere il mio bambino che non vedevano da un anno. Non si trattava solo di vincere la Coppa, ma di come l'abbiamo vinta e di come mi sto divertendo".
Infine, sulla mancata convocazione al Mondiale in Qatar del 2022: "È stato difficile perché sentivo di essere una parte importante della squadra di Scaloni. Avevevamo vinto la Copa America, ero in un grande momento. Con l'Atalanta eravamo primi in campionato, quell'anno cominciammo a vincere tipo 10 partite di fila, sei mesi prima del Mondiale. Ma poi mi sono ferito al viso a causa di un colpo e ho subito un intervento chirurgico. Sono stato fuori per un mese e mezzo, due mesi prima del Qatar. Non ho mai pensato di non poter andare in Qatar, ma queste decisioni vanno accettate. Credevo molto in quel Mondiale. Quello è stato un periodo molto difficile, ma mia moglie mi ha aiutato ad alzarmi e ad andare avanti. Volevo prendermi un po' di tempo perché in quel momento non vedevo il senso di continuare a giocare a calcio, ma mia moglie mi ha sempre spronato a tirare fuori il meglio di me".