Essere un campione comporta anche tante pressioni e difficoltà, non è tutto oro quello che luccica verrebbe da dire. Probabilmente la pensa così anche Alvaro Morata. L'attaccante del Chelsea, in un'intervista al The Mirror ha spiegato che lo scorso hanno ha avuto un momento molto difficile a Londra. A cosa è stato dovuto? Probabilmente alle tante pressioni, al peso di essere stato acclamato come un campione e magari di non riuscire a ripagare la fiducia datagli. Dopo un inizio di campionato scoppiettante c'è stata effettivamente una flessione nel suo rendimento salvo poi riprendersi nel finale di stagione. Ecco le sue parole:
"Non volevo parlare con nessuno, non volevo ascoltare nessuno, volevo solo restare a casa mia. Probabilmente non era depressione, ma qualcosa di simile, nel calcio sta tutto nella testa e nell'ultimo anno ho sofferto molto sotto questo aspetto, perché sono arrivato al Chelsea con grandi aspettative, con molta pressione e ad un certo punto mi sono fatto problemi che non esistevano.
Avrei potuto tornare in Italia, mia moglie è anche italiana. Oppure sarei potuto tornare in Spagna: avevo tante offerte e mi offrivano anche molti soldi, ma ho deciso di restare qui e combattere. Voglio cambiare il passato e ho deciso di rimanere al Chelsea per dimostrare chi sono".
Ora però le cose sembrano andare molto meglio anche grazie alla nascita dei suoi due gemellini: "La loro nascita è stata la sensazione più bella della mia vita! Come sono? Leonardo è più tranquillo mentre Alessandro è un po' pazzo. Tutto quello che ora ho in testa è di segnare, segnare e ancora segnare. Poi tornare a casa e stare con i miei bambini e mia moglie: è tutto ciò che desidero".