Mimmo Toscano si racconta: “L’infanzia sul treno con papà e la magia della Feralpisalò”
Lorenzo Buconi 1 Dicembre 2018Da Reggio Calabria, Mimmo Toscano comincia la sua gavetta. In giro per l’Italia, tra gioie e dolori, nostalgia per mamma Calabria e quel sogno Serie A che sfuma sempre all’ultima curva. Storie di una realtà che non è sempre all’altezza dell’immaginazione, storie di abnegazione e sudore. Perché se nelle vittorie siam tutti ‘Super Uomini’, è nelle sconfitte che si vede il vero valore della persona. Nella capacità di rialzarsi, di ancorarsi con mani e piedi al senso del lavoro e del giusto. Perché è meglio non arrivare ed essere nel giusto che arrivare ed esser sporchi e scorretti. Non è retorica, è vita. E’ la “teoria” dell’andare a dormire la sera con la coscienza pulita.
E’ la storia di Domenico Toscano a cui la vita non ha regalato mezzo centimetro in più di quello che ha conquistato con sudore e fatica. La storia di un uomo, all’apparenza un po’ burbero, ma con un cuore grande come una casa. La storia di diffidare sempre verso chi sorride in continuazione e di apprezzare coloro i quali hanno il coraggio di parlar davanti e di incazzarsi quando è necessario… “La sincerità è la chiave della nostra vita, può esser scomoda sì ma io – come dicevi te – voglio andar a dormire tranquillo la sera. La vita è fatica, è lavoro, è valori. A Terni feci scrivere una frase dietro la maglietta ‘non c’è gioia, se non c’è lacrima’. Perché le cose vanno affrontate con l’idea che senza sacrificio, senza sporcarsi la faccia non si ottiene niente, lo dico sempre ai miei ragazzi: scordatevi strategie e mezzucci, perché solo all’apparenza vi fanno andar avanti… prima o poi con la stessa forza con la quale vi hanno fatto andare avanti, vi faranno tornare indietro, è la legge della vita”. Poi Mimmo prende un frammento ritagliato di giornale e ce lo mostra… “Perché ci tengo davvero molto che lo scriva, questa frase di Gianluca Vialli mi ha fatto venire i brividi: ‘la vita è fatta per il 10 % delle cose che ti succedono e per il restante 90 % da come le affronti’. Non serve aggiungere altro…”.
Ci mostra i suoi libri Mimmo, in particolare quello di Thony Roberts, ‘Come tirar fuori il meglio da te stesso e dagli altri’… “Che ha cambiato il mio modo di vedere le cose, ho capito l’importanza dell’empatia. Lo regalai anche a Pisacane…”. Poi ci racconta la forte devozione alla Madonna di Lourdes, “dove vado in pellegrinaggio una volta ogni anno dal 2002”. Il mio sguardo, però, si posa su un soprammobile british, con l’inconfondibile bandiera inglese nel bel mezzo… Sorride Mimmo… “Ah, questo è un ricordo dei sei mesi che ho fatto in Inghilterra diversi anni fa. Una mattina sono uscito di casa, ho salutato mia moglie e poche ore dopo ero su un volo per Londra. Vivevo in una casa-famiglia. La mattina andavo a scuola, il pomeriggio ad imparare la lingua e nel weekend mi vedevo tutte le partite delle prime tre divisioni. Credimi, ho visto un altro mondo, siamo indietro di vent’anni”.
Riflettiamo su quanto, in peggio, il calcio di oggi sia cambiato. Sulla disillusione nel cuore (e negli occhi) della gente, sulla cultura del sospetto che aleggia costante, sugli stadi sempre più vuoti. Sul fatto che tutto ciò rimanga sempre e comunque mero slogan propagandistico, la cui attuazione pratica è sempre procrastinata ad un domani non meglio definito… “Io il calcio lo vorrei più reale, più passionale, meno business, meno interesse. La gente ormai non si emoziona più. Vorrei un calcio di derby, di campanilismi, di amore e di passione. Vorrei un movimento credibile, che non dia tutti questi dubbi alla gente: dal calcioscommesse ai fallimenti fino ai rinvii di questa estate. Te la faccio io a te una domanda, ma alla luce di tutto ciò, per quale motivo dovrei venire allo stadio oggi?”.
Chiudiamo la nostra chiacchierata con un bel giro nel centro della splendida Salò. E’ quasi il tramonto, qualche nuvola sia dalla parte di Riva del Garda che dalla sponda veronese. Il Lago è quieto malgrado ci sia un po’ di vento. Ci avviciniamo alla zona del porto e ci sediamo in terra in mezzo al passaggio verso la parte più vecchia della città… “Ti faccio una confidenza. Dopo la morte di mia madre, che mi ha segnato in maniera indelebile, se non fossi stato qui probabilmente avrei smesso di allenare. Qui alla Feralpisalò il calcio è tornato ad emozionarmi, mi sembra di essere tornato indietro di dieci anni. Un calcio sano, fatto di valori, di affetto e di semplicità. A immagine e somiglianza del presidente Pasini, una persona eccezionale davvero”.
Scende definitivamente il sole, si alza il vento. Forse Tramontana. Un ultimo sguardo verso il Lago, il tempo di esprimere un desiderio come ogni fiaba che si rispetti. Salutiamo qui Mimmo Toscano. Sorridiamo entrambi, sono passate due ore. Volate, polverizzate da parole e confidenze. E’ la magia del Lago, o forse no, è la magia della vita.