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Milan, Montella: “Con Mirabelli rapporto consolidato, nessun problema. Serve più coraggio”

La sfida di domani al Genoa ormai alle porte e un solo risultato a disposizione: vincere per dimenticare le brutte prestazioni e i risultati recenti, per una boccata d’ossigeno utile a risalire leggermente in classifica. Vincenzo Montella è obbligato a ritrovare il successo per allontanare le minacce su un possibile esonero, divenuto concreta possibilità dopo un mese complicato e con 7 punti di ritardo dalla zona Champions: l’allenatore rossonero ha presentato così, in conferenza stampa, l’impegno di domani, soffermandosi sul momento dei suoi: “Mi piacerebbe che giocassimo con più coraggio e più liberi di testa, penso questa sia la chiave. Ci può mancare qualche punto, qualche sprazzo di prestazione, ma siamo la squadra che ha tirato più in porta dopo il Napoli: dobbiamo andare a prendere anche con la rabbia questa vittoria con l’unione che c’è fra noi”.

Il Genoa ti pressa in ogni zona di campo, può vincere e perdere con tutti, è necessario essere lucidi, determinati e coraggiosi nell’uno contro uno. Non sarà una partita di grosso possesso ma anche sporca e scorbutica, ma dobbiamo superare questa difficoltà di tirare fuori qualcosa di più. Genoa e AEK si somigliano un po’, dovremo essere più concreti – ha continuato Montella – Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere entusiasmo, come direbbe Churchill. Credo che sia parzialmente così, conosco i rischi del mestiere: le scelte della mia vita sono sempre state rischiose, sin da 13 anni quando ho lasciato casa per vivere a 500km di distanza e per ogni esperienza che ho avuto. Credo che il calcio ad alti livelli sia testa ed interpretazione, che fanno la differenza, ovvio poi che ci debbano essere linee guida. Trovare alibi sul modulo credo sia fuorviante e fuori strada”.

“Tanti giocatori ruotati? È inevitabile giocando ogni 3 giorni, la formazione si sta delineando se la volete leggere tra le righe: è impossibile avere lo stesso undici ogni 3 giorni, accetto la critica ma non la condivido”. Poi su Mirabelli: “C’è un rapporto consolidato che si è creato nel finire dell’anno scorso, non è successo nulla: ogni fine partita ci riuniamo con lui e il dottor Fassone, a livello di vedute non c’è nulla. Sono messo nelle condizioni ideali per non fare errori, ogni scelta è figlia della mia testa, non c’è alcun tipo di difficoltà da parte mia. Sento la società vicina e non ho alcuna pressione, li ringrazio per avermi scelto per un nuovo progetto.

Qualche errore posso averlo commesso, ma mi sento lucido, motivato e veramente ottimista: siamo lí lì per trovare questa password per arrivare al livello successivo, so che nei cambiamenti ci possono essere difficoltà. Citerei Mou e Guardiola l’anno scorso e Ancelotti al PSG, non credo si possa essere vincenti sin da subito”.

Ho visto l’intervista e credo Mirabelli abbia detto ovvietà, ciò che pesa a loro e a me è la mancanza di vittorie: se avessimo vinto nel 2º tempo contro l’Inter staremmo parlando di una strategia perfetta, credo che si debbano accettare serenamente le critiche. C’è grande unione e dobbiamo dimostrarlo anche nel pubblico”.

Penso che domani al primo retropassaggio la squadra possa essere fischiata, ci sta anche questo, ci vuole fiducia per fare la giocata e in questo momento è palesemente quello che manca. Il perché non lo so, ma è ciò di cui abbiamo bisogno. Mancanza di carattere? Bisogna dimostrarlo per primo individualmente, qualcuno ha bisogno di una carezza in più, altri meno. Pensiamo di dare sostegno in tutto”.

Penso sia esclusivamente un motivo di testa, ci sono giocatori destinati a dover inevitabilmente far meglio. Se razionalizziamo un po’ il giudizio abbiamo fatto 70 minuti di valore con la Roma, la qualità c’è e va dimostrata nella qualità della partita”. Sui singoli invece: “Bonucci sta crescendo nelle ultime partite, crescendo la squadra nell’insieme diventerà il giocatore che abbiamo sognato. Kalinic sta bene e giocherà. André Silva? È il destino degli attaccanti, è il calciatore che ha segnato di più, è un valore e ci sta talvolta dimostrarlo a volte meno di altre occasioni”