Doveva ripartire e, seppur a fatica, l’ha fatto. Il Milan batte la Fiorentina e torna alla vittoria dopo un mese e mezzo, quasi due dall’ultima in casa. Una serata che non passerà alla storia per la partita in sé, ma per l’esordio di Francesco Camarda che all’83’ diventa il più giovane ad aver giocato in Serie A: 15 anni, 8 mesi e 15 giorni. "Il talento non ha età" aveva detto Pioli in conferenza prima della partita e ha rispettato il suo pensiero, lanciando il giovane attaccante della Primavera.
Maignan decisivo in campo con la febbre
Un solo pallone toccato, nell’assedio viola alla porta di Maignan nel finale che ancora una volta deve mettere il timbro, questa di volta di faccia sulla conclusione a botta sicura di Mandragora. Il secondo miracolo di serata dopo l’uscita su Beltran lanciato a rete uno contro uno con il portiere rossonero. E pensare che ha giocato con la febbre altissima e prima della partita è rimasto chiuso in camera tutto il giorno.
In una serata in cui Pioli ha dovuto schierare, anche per obbligo, una formazione con cinque nuovi innesti - la metà dei giocatori di movimento - sono i senatori dello scudetto a regalare la vittoria. Perché è Theo Hernandez a segnare il rigore, che si è procurato, da tre punti. Una serata in cui non serviva convincere ma vincere per riprendere il terzo posto in attesa di rosicchiare punti su Juventus e Inter che si sfideranno allo Stadium. Proprio le due squadre che avevano battuto il Milan nei rientri dalle soste nazionali.
Attacco inedito e poi da "record"
L’assenza di Leao e Giroud in attacco si fa sentire. Il Milan non crea una gran mole di palle gol, ma dopo il vantaggio è riuscito a difendere con relativo ordine il risultato, eccezion fatta per le occasioni in cui Maignan si è dovuto esaltare. Davanti Jovic ancora incerto, ma per la prima volta in stagione mette in cascina una partita quasi intera. La nota più lieta è il tocco di prima con cui libera Theo Hernandez per prendersi il rigore, quella stonata l’occasione calciata addosso a Terracciano che poteva dare la tranquillità di una partita chiusa. Con il Borussia Dortmund in Champions League tornerà Giroud, ma il serbo avrà un’altra occasione con il Frosinone, Camarda permettendo.
Presto per pensarci, ora il 15enne si godrà il sogno divenuto realtà questa sera. Perché è stato coccolato da San Siro fin da subito, quando ha messo piede sul prato per il riscaldamento pre partita. Sguardo emozionato e quasi spaesato, che per cominciare la parte atletica guardava e seguiva i compagni, prima di provare qualche tiro in porta.
E la tifoseria della quale fa parte - milanista sin da bambino con Ibrahimovic come idolo - ha cantato il suo nome sia a inizio serata sia quando ha messo piede in campo. A quel punto la tensione si è un po' sciolta, lasciandosi andare ad un sorriso genuino, da ragazzo qual è. Anche se le aspettative erano alte intorno a lui, anche perché la curva si è letteralmente lasciata andare ad un boato quando si è tolto la tuta e ha accompagnato l'ingresso in campo con trepidazione. Scene che si vedono - e sentono - solitamente per i campioni più attesi del Milan. Un sogno diventato realtà dunque e, almeno per le classifiche, leggenda.