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Data: 11/02/2017 -

Milan, Deulofeu: "Sono arrivato soltanto in prestito, ma sento già mio questo club"

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Tutti pazzi per Gerard Deulofeu. Il "canterano" ex Barcellona incanta con le sue giocate e adesso a Milanello si pensa al modo di trattenerlo oltre il prestito di sei mesi. Anche l'esterno spagnolo dichiara, nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, che il suo pensiero è quello di far parte del nuovo progetto Milan. Si parte però dall'impresa di Bologna:

"Sembro a pezzi? Sono così da mercoledì notte...Per me èstato un inizio entusiasmante, culminato con la partita di Bologna. Partita pazzesca, strana, ho ancora addosso l’emozione per quel finale. Una notte magica. Aver vinto in nove ci rinforza molto in chiave futura. Stiamo aspettando la Lazio con una sensazione di felicità. E’ qualcosa di incredibile e infatti dopo il gol di Pasalic ho esultato tenendomi la testa fra le mani perché non ci credevo. Fisicamente mi sento molto bene e poi il tempo per recuperare c’è tutto. A Roma staremo tutti bene. Abbiamo i nostri movimenti, il nostro stile: con la Lazio giocheremo per vincere".

Deulofeu descrive la magica azione di Bologna: "Nasce dal mio modo di interpretare il calcio. Io sono uno molto aggressivo, mi piace portare palla, mi piace il gusto della vittoria e in quel frangente ho sentito di avere un’opportunità. Altri pregi? Oltre all’aggressività dico dribbling e scatto. Sono le mie armi migliori. E vorrei anche precisare che fuori dal campo sono un ragazzo molto tranquillo, anche perché vivo per il pallone. Sono venuto qui per lavorare, non per altro. Al massimo qualche cena con gli amici, sebbene Milano sia un po’ più vivace di Liverpool... Difetti? La premessa è che devo migliorare in tutto. In particolar modo nella fase difensiva, bisogna correre di più per i compagni. So che col lavoro ce la farò. So quali sono le mie lacune e so anche che posso diventare più regolare nel rendimento. Ma è chiaro che se uno gioca poco, è difficile avere continuità".

Solo complimenti per Montella: "Sento la sua fiducia e per me è un fattore fondamentale. E’ un tecnico con le idee chiare e questo è un grande pregio. Ama il possesso palla e comandare il gioco. In poche parole gli piace giocare a pallone, e per me è il massimo. Il mio obiettivo è restare in campo per novanta minuti, per me conta quello, mi pare naturale. Al futuro non penso, io penso al presente e il presente si chiama Milan. Tutta la mia testa ora è rivolta al Milan. I rossoneri hanno mostrato molto interesse per me e perché è uno dei club più conosciuti del mondo. Quando ero un ragazzino al Barcellona seguivo in tv le sfide di Champions col Milan. Un club di cui percepivo il fascino. L’idea di giocare la Champions, o comunque di giocare in Europa col Milan è molto bella, ma come ho già detto ci inoltriamo troppo nel futuro. Una cosa per volta".

L'avventura con il Milan potrebbe prolungarsi: "C'è un’idea molto gratificante a cui pensare: quella di essere arrivato qui proprio nel momento in cui questa squadra e questo club stanno ripartendo. Pensare di farne parte in un contesto del genere è stimolante e vorrei chiarire una cosa fondamentale: non sarei venuto qui se non ci fosse stato un progetto chiaro e ambizioso del quale ritenevo di poter fare parte. Sono arrivato soltanto in prestito, ma sento già mio questo club. Voglio giocare il più possibile e dare il mio contributo. Sono qui per aiutare. Suso? Ha tantissima qualità, assieme a lui spero di riuscire a portare in alto questa squadra. Era tanto che non ci giocavo assieme, Jesus e Bonaventura sono i due giocatori che più mi hanno impressionato al mio arrivo a Milanello".

Deulofeu parla anche del "suo" Barcellona: "In prima squadra giocavo poco, ma come ho detto non mi piace guardare troppo al passato.Sono molto orgoglioso di essere un canterano blaugrana e so bene che c’è questa recompra: ma non posso vivere pensando di essere sempre legato al Barça. Modelli? Messi, Neymar e Cristiano Ronaldo sono fantastici, ma io dico Ronaldinho. Mi ispiro a lui per la fantasia e l’allegria che trasmetteva. Vederlo giocare era la felicità".



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