Direttamente dal ritiro delle Nazionale, Lionel Messi ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a TyC Sports: dall’Argentina al Barcellona, Copa America e Champions, aneddoti e risate, per poi passare alla numero 10, le sue punizioni e a quella volta al fast food a Pechino 2008.
Ma tra i più divertenti aneddoti, Messi ne svela proprio uno legato ai figli: "Thiago non si perde una partita, e anche Mateo ama il calcio, indossa magliette di ogni squadra. A volte la televisione è accesa e lui esulta per i gol del Real Madrid. Thiago si arrabbia e Mateo continua a festeggiare proprio per infastidirlo".
Ma le stranezze per papà Leo non finiscono qui: "Una volta stavamo giocando in casa e Mateo mi ha detto: Tu sei il Barça e io sono il Liverpool, perché ti batterò".
Come contro la Roma lo scorso anno, così proprio con il Liverpool, dopo aver trionfato in casa, in Champions League il Barcellona subisce ancora una rimonta che ha dell’incredibile.
Un finale di stagione da incubo per i blaugrana, sconfitti anche in Coppa del Re contro il Valencia: "Ho finito la stagione più stanco e frustrato nella testa che nel fisico a causa di quello che è successo nelle ultime due settimane, soprattutto dopo l'eliminazione in Champions League".
Incubi a parte, ecco dunque il Messi a tutto campo: "Le punizioni? Fu El Coco Basile (Alfio Basile, Ct dell'Argentina tra 2006 e 2008, ndr) uno dei primi a darmi consigli. Mi diceva di lasciar andare il piede, di guardare e imparare da Riquelme”.
E sul suo numero 10 rivela: “È speciale, quella maglia in Nazionale l'ha resa importante Maradona, ma a me non cambia nulla indossare un numero piuttosto che un altro. Quando la usai per la prima volta Diego mi disse che voleva darmi la stessa maglietta che aveva indossato lui, che ero pronto ed era giunto il momento". Accadde tutto dopo l'Olimpiade vinta nel 2008, uno dei suoi due trofei con l'Argentina: "Nessuno voleva che andassi a giocarla, Guardiola fu quello che mi diede il permesso. Nel villaggio olimpico abbiamo visto i migliori atleti di tutto il mondo, come Kobe Bryant e Rafael Nadal, è stato impressionante. Siamo passati tra di loro e gli abbiamo chiesto delle foto. Poi il primo giorno siamo andati a mangiare da McDonald's".
Ma proprio al contrario di Maradona, Messi non è mai riuscito a portare l'albiceleste alla conquista del mondo: "Ho sempre sognato di giocare per la mia nazionale, il mio esordio fu un momento sognato a lungo. Al tempo giocavo a Barcellona e non era facile farsi notare come succede oggi, era un'altra epoca. Per riuscirci ho fatto di tutto: mandavamo continuamente i miei video per farmi conoscere e avere una chance" rivela il numero 10 blaugrana: “Vincere un Mondiale con l'Argentina per me sarebbe il massimo, è il più grande sogno che mi sia rimasto da realizzare".
E in attesa di Qatar 2022, adesso occhi alla Copa America, che Leo Messi giocherà con la fascia al braccio: "La prima volta con l'Argentina da capitano? Mi fecero parlare negli spogliatoi. Non fu facile, non sono uno che parla molto. Io sono capitano alla mia maniera. In questa Copa America giocheremo con lo stesso entusiasmo e la solita voglia di vincere, anche se l'Argentina sta attraversando una fase di cambiamento. Per molti sarà la prima competizione importante, penso che non siamo i candidati alla vittoria finale come altri anni, ma sicuramente ci proveremo".