Oggi la sua casa è il Campin di Bogotá, lo stadio dell’Independiente Santa Fe, El Primer Campeón del calcio colombiano. “Ho iniziato nella scuola calcio Champions di Bogotá, in una squadra di pony fùtbol e a 12-13 anni sono andato a fare un provino per il Santa Fe: c’erano 500 bambini e io sono stato tra i 30 scelti”. Così Kevin Mantilla a Gianlucadimarzio.com. Il difensore classe 2003 non dimentica il percorso per arrivare in Prima Squadra. “Ho lottato con le unghie per arrivare sin qui. Mi presentavo 2 ore e mezzo prima all’allenamento, ma ora sto raccogliendo i frutti di quei sacrifici. Il mio idolo è sempre stato Cristiano Ronaldo per la sua mentalità e per come si allena”.
Il modello a cui si ispira nel suo ruolo invece gioca nel Liverpool. “Van Dijk. Nel club poi ho un giocatore esperto come Carlos Sanchez con cui ho un bel rapporto: lui mi dà molti consigli, come restare sempre concentrato. Ricordo che durante un Clàsico ci siamo messi a ridere perché si era formata una buona intesa che poi è cresciuta col tempo”.
La passione per il calcio gliel’ha trasmessa soprattutto suo nonno Jorge. “Lui giocava, ma non è diventato un professionista. Ricordo che mi ha sempre dato fiducia e mi ha accompagnato nel mio cammino, così come mia madre Viviana”. Oggi Kevin vive con lei e insieme hanno vissuto anche il momento dell’esordio, avvenuto lo scorso 13 febbraio contro il Deportivo Pereira. “Un anno fa quando ho debuttato in Prima Squadra alla mia prima convocazione non sapevo se avrei giocato e poi Cardetti all’83’ mi ha fatto entrare. In quel momento ho rivisto tante immagini della mia carriera e ho pensato che l’obiettivo era stato raggiunto. Quando sono arrivato a casa ho abbracciato mia mamma e abbiamo pianto”.
Visualizza questo post su Instagram
Cardetti lo ha fatto debuttare, mentre Rivera lo ha promosso in Prima Squadra e con Alfredo Arias è diventato titolare. 25 presenze in totale da quella gara nel 2022 per Mantilla. “Ho giocato 2 volte come terzino destro quest’anno, contro l’America e il Junior. Preferisco giocare nella linea a 4, ma mi piace anche a 3. Devo migliorare sulle palle inattive a favore, per segnare più gol, come ho fatto ai Giochi Odesur contro l’Uruguay in semifinale”. Elegante palla al piede e aggressivo nella marcatura e forte nell’anticipo, Manti da qualche anno ha iniziato a studiare inglese per un futuro in Europa. “Il calcio europeo mi piace, la Premier, la Serie A o la Liga sono i campionati in cui sogno di giocare sin da bambino”. Un’esperienza in Europa però già l’ha vissuta quest’anno, al Torneo di Tolone con la Colombia Sub-20. “Mi sono infortunato e non ho potuto giocare le ultime partite, ma lì si è compattato il gruppo. È stato bello perché abbiamo affrontato avversari forti”.
Il 2022 è stato anche l’anno della prima convocazione in nazionale maggiore, per uno stage con il neo ct Néstor Lorenzo, ex difensore argentino con un passato nel Bari. “Arrivavo dagli Odesur e in aeroporto vedo il suo messaggio che mi faceva i complimenti e mi avvisava che ero convocato. Con lui impari molto in poco tempo”. E adesso per Mantilla c’è il Sudamericano Sub-20 che si giocherà in patria tra Cali e Bogotá. Dall’escuela Champions alla responsabilità di difendere i colori del proprio Paese in una vetrina che potrebbe presto proiettarlo nel calcio del Vecchio Continente. “Rappresentare la Colombia in un torneo che giocheremo in casa è un orgoglio. Arriviamo da un bel percorso insieme e ora dobbiamo dimostrare tutto. Il mio obiettivo è vincerlo per andare al Mondiale Sub-20 e confermarmi con il mio club”. Con l’Europa sullo sfondo. Mantilla ci spera.