Provate a pensare a due cose completamente opposte. Che con l’altra non c’entrano praticamente nulla. Il sole e la luna, il giorno e la notte, il caldo e il freddo. Ecco, nel calcio, non esiste una differenza più grande tra due squadre come quelle che oggi, alle 18, si affronteranno all’Alten Försterei di Berlino. Union contro Lipsia, due mondi opposti.
Andiamo con ordine. Il Lipsia ormai diamo quasi per scontato che lo conoscete tutti. La squadra tedesca della Red Bull nata dalle ceneri di un altro club sta conquistando tutto e tutti in pochi anni. Dalla quarta divisione alla Champions League il passo è stato breve, grazie ovviamente agli enormi investimenti della Red Bull. Adesso, nonostante l’antipatia di tanti, provano a fare l’ulteriore salto in alto. Julian Nagelsmann, uno dei migliori giovani allenatori in circolazione, da quest’anno guida la squadra della città dell’ex Germania Est diventando dunque una delle mine vaganti del campionato e cui bisogna tenere un occhio vigile.
Ma, a proposito di Est, il caso ha voluto che la prima partita nella storia dell’Union Berlino fosse proprio contro una squadra della ex DDR. E qui dobbiamo per forza fare un passo indietro di oltre trent’anni. Proprio quest’anno infatti si celebra il trentennale della caduta del Muro di Berlino. Un simbolo di un mondo che, per fortuna, non c’è più. Ai tempi della divisione della città l’Est era la parte più povera (quella sotto il controllo dell'Unione Sovietica). A farne le spese, oltre a milioni di famiglie lo era anche lo sport. E quindi il calcio. A Berlino c’erano due Union. Una, quella che oggi fa l’esordio in Bundesliga, era quella dell’Est. L’altra (quella dell’Ovest) gioca a livelli amatoriali oggi.
Berlino era una città profondamente diversa. Se oggi viene considerata come la città degli eccessi e della multicultarlità, un tempo ne era l’opposto (specialmente ad Est). E così anche si spiega il perché di un cambiamento così radicale di una città che ha visto gli anni peggiori con i propri occhi, sulla propria pelle.
Tornando all’Union, la storia del club è semplicemente stupenda. Difficilmente sentirete storie simili in giro. Il legame tra i tifosi e la squadra è più che viscerale. Pensate che quando il club era in difficoltà per ristrutturare lo stadio nel 2008, i tifosi si diedero da fare di persona. Chi contribuì economicamente, tramite una donazione del sangue dal valore di 10€, chi invece si mise proprio a lavorare proprio insieme agli operai.
Il derby con l’Hertha è previsto per il 3 novembre, a pochi giorni dal 9 novembre, il giorno in cui tutti il mondo celebrerà i 30 anni della caduta del muro. L’Hertha la volveva giocare proprio quel giorno, la l’Union ha detto di no. Troppo dolore, troppi ricordi. Quella data per i tanti tifosi dell’Union non sarà solo una liberazione, ma anche un giorno di tristezza ricordando anni bui in cui non era concesso praticamente nulla.
L’Union è un club diverso, per cui non ci si può che innamorare. Per la storia, ma anche e soprattutto per l’ambiente e i tifosi. In occasione dell’esordio in Bundesliga il club ha permesso ai propri tifosi di stampare le immagini dei parenti che non ci sono più. Perché tutti devono poter vedere la prima volta. Poi è contro il Lipsia, l’unica altra squadra dell’ex Est Germania che gioca oggi in Bundesliga. Sarà una sfida senza precedenti. Due mondi opposti che si scontrano. Però uniti dal calcio. L’unica cosa che ha sempre unito quei mondi che hanno diviso una città e non solo per oltre trent’anni. L’Union, e i suoi tifosi, lo sanno bene. Vanno avanti, diventano grandi, senza però mai dimenticare quanto successo. Una ferita impossibile da ricomporre.