Pensieri, incubi, crisi d’identità: due anni e due mesi senza segnare ma adesso Manuel Locatelli è tornato. Un gol in Coppa Italia nel 2-1 al Catania, il primo in assoluto con la maglia del Sassuolo, per scacciare via ogni difficoltà: una rete che vale tanto, più della qualificazione agli ottavi di finale arrivata proprio grazie a lui. Vale per la sua reputazione e per la sua autostima, messa in crisi da una stagione in cui non aveva ancora ottenuto le luci desiderate.
Due anni e due mesi di digiuno, troppi pur non giocando a ridosso dell’attacco. Perché quell’ultimo gol lo aveva segnato alla Juventus, una rete che poteva consacrarlo nel grande calcio ad appena 18 anni e che invece gettò solamente aspettative eccessive per un ragazzo ancora troppo acerbo.
Poche settimane prima aveva segnato la sua prima rete in Serie A proprio al Sassuolo, la squadra del suo destino. E ha dovuto aspettare di vestirla lui quella maglia per poter tornare a esultare come in quelle due occasioni in cui la San Siro rossonera aveva perso testa e ragione per lui.
Non sono stati facili questi due anni per Manuel, da idolatrato a quasi abbandonato. Una crescita che non ha saputo trovare continuità in nessuno degli ambiti in cui si è trovato: dal Milan all’Under 21, fino a trovare dei momenti difficili anche al Sassuolo.
Il primo anno lontano dal Milan e da Milano, quello giusto per riscattarsi, ma anche quello con meno riferimenti per affrontare le avversità. Il suo addio al Milan era stato difficile, vista la nostalgia con cui ha salutato tutti quanti al momento della partenza. E anche al Sassuolo le cose hanno trovato la maniera per complicarsi, tanto da farlo finire in panchina frequentemente nelle ultime settimane dopo un avvio di stagione da titolare.
È bastata però una partita di Coppa Italia agevole sulla carta ma complicata sul campo. L’ha risolta lui con un gol che sa di riscatto e rilancio: per lui, per la sua carriera e per il Sassuolo, la squadra che dovrà consacrarlo per davvero.