Tutto subito. Prime due palline estratte, primi accoppiamenti stabiliti e scherzo del destino immediatamente servito: da una rossonera all’altra (seppur a righe orizzontali), da Milano alla…Macedonia. Sarà il Fudbalski Klub Shkëndija Tetovo il nuovo avversario del Milan di Vincenzo Montella per il playoff valido per l’ingresso nella fase a gironi di Europa League: dopo la trasferta in Romania, tra Craiova e Drobeta-Turnu Severin, i rossoneri proseguiranno così il proprio tour nell’est europeo contro un avversario decisamente poco noto a livello internazionale (43° su 44 nel ranking del sorteggio), reduce dal successo in rimonta (sconfitta per 2-1 all’andata, vittoria 3-0 al ritorno) contro il Trakai FK.
ITALIA-MACEDONIA, I PRECEDENTI
Già pronto a partire con i favori del pronostico dalla propria parte, il Milan conterà anche su tanti dati statistici favorevoli nei precedenti tra squadre italiane e macedoni all’interno di sfide disputate in coppe europee: ricorrenza avvenuta in 8 occasioni senza mai vedere una sconfitta di stampo italiano, con 6 vittorie, 2 pareggi ottenuti e soli 2 gol segnati dagli avversari. In turni ad eliminazione diretta, in più, 4 le vittorie in altrettanti confronti contro club macedoni, con il Milan chiamato a mantenere intatto il dato fatto registrare da Perugia (Intertoto 1999, contro il Pobeda), Parma (Coppa UEFA 2000, sempre contro lo stesso avversario), Roma (Coppa UEFA 2003, contro l’FK Vardar) e Lazio, con il doppio successo sul Rabotnicki nella qualificazione per l’Europa League 2011 (6-0 all’andata, 1-3 a Skopje). Come il Milan, ed al contrario dell’Universitatea Craiova, anche lo Shkëndija non ha ancora iniziato il proprio campionato, al via una settimana prima (13 agosto) rispetto alla Serie A.
KUQ E ZI: CHI E’ LO SHKENDIJA
Sei trofei nel proprio palmarès, tra i tre titoli di Vtora Liga (seconda divisione), il primo campionato macedone conquistato nel 2010/11 insieme alla Supercoppa e la coppa di macedonia alzata nel 2015/16, ed una storia iniziata nel (non lontanissimo ) 1979, per una squadra affacciatasi solo da qualche anno ai piani superiori del calcio illuminato dal nuovo sole della libertà (simbolo della bandiera dello stato). Lo Shkëndija (“Kuq e Zi”, letteralmente rossoneri, per i tifosi) affronterà per la prima volta una squadra italiana nella propria storia dopo 22 gare europee disputate, in cui l’attuale squadra di Osmani non è mai riuscita a superare le fasi di qualificazione: 4-2-3-1 come modulo base e rosa dal fortissimo stampo nazionalistico, con ben 14 calciatori macedoni presenti, e Ferhan Hasani tra i maggiori punti di riferimento della squadra: classe ’90, fascia da capitano al braccio, maglia numero 10 e ruolo da trequartista alle spalle della prima punta con senso del gol, già evidenziato in maniera decisiva con la doppietta realizzata al Trakai utile al passaggio del turno per i suoi. Vizietto che Hasani, affiancato dal compagno di squadra e di nazionale Ibraimi nel match dello scorso ottobre 2016, fu capace anche di far valere contro l’Italia di Ventura, all’interno del 2-3 che vide protagonista ed in gol anche Iljia Nestorovski.
TRA CALCIO E STORIA IN CASA SHKENDIJA: ROAD TO TETOVO (E SKOPJE…)
Confinante con il Kosovo e non lontana dallo stato albanese, del quale detiene più dell'80% degli abitanti nella regione di Polog, Tetovo figura come una città basata perlopiù su una credenza musulmana, riconoscibile in particolar modo grazie alla Sarena Dzamija, moschea tra le principali attrazioni della città. Il club che la rappresenta, sin dal 1979, venne fondato grazie alla presa di posizione di un gruppo di cittadini albanesi originari di Tetovo: da qui, tornando indietro con la macchina del tempo, risulta inevitabile ricollegarsi con la vecchia costituzione dello stato Jugoslavo, principale avversario insieme ai propri ufficiali di un sentimento nazionalista che, proprio grazie alla nascita dello Shkëndija, rischiava di potersi risvegliare. Principale motivo per il quale la squadra, dal momento della sua fondazione, partì dalla lega più bassa, capace poi di raggiungere la seconda divisione e guadagnare sempre più consensi: l’opponente più scomodo ed al momento imbattibile, tuttavia, rimase proprio il governo comunista, pronto a causare lo scioglimento del club nel momento di maggior successo ed espansione.
Il crollo del regime comunista, con la successiva scissione in più stati pronti a dichiarare la propria indipendenza (Macedonia compresa), portarono qualche anno dopo lo Shkëndija a riassemblare i pezzi di un puzzle mai davvero scombinatosi in maniera totale: il ritorno di grandi difficoltà, stavolta di stampo economico, tornò a farsi vivo due stagioni dopo la conquista del primo titolo nazionale, con un club in grande crisi finanziaria più che mai bisognoso di un cambio di proprietà. I grandi proclami dei tifosi locali, supportati anche dai messaggi social di icone del calcio albanese (nonchè vecchie conoscenze della nostra Serie A) come Cana e Shaqiri, portarono l’azienda macedone Ecolog International, impegnata nella gestione delle strutture e dei servizi ambientali, a rilevare il club, ora in mani salde e sicure. E pronto ad una nuova, storica sfida, da disputare non allo stadio Mladost di Strumica (per ragioni di infrastruttura e licenze UEFA) ma presso la Telekom Arena di Skopje, a poco più di 40 km di distanza: teatro di quel già citato Macedonia-Italia destinato, nella sua veste migliore, ad accogliere anche il nuovo Milan formato Europa.