Autore di una stagione incredibile l'anno scorso, capitano anche della Danimarca che è arrivata terza agli scorsi Europei, arrivato 18° la graduatoria complessiva per il Pallone d'Oro. Il 2021 è staot un anno da incorniciare per Simon Kjaer.
Il difensore del Milan, oggi ai box e infortunato seriamente, al punto da rischiare l'intera stagione, ha parlato alla tv danese TV2 Sport, trattando vari argomenti e ricordando il suo personale anno solare calcistico.
Il ricordo del malore subito da Eriksen
Poche parole quelle dedicate a un avvenimento che ha spaventato tutto il mondo, accaduto al terzo match degli scorsi Euro 2020, ovvero Danimarca-Finlandia, finita 0-1.
Eriksen, verso la fine del primo tempo, si è accasciato a terra, preso da un malore improvviso, che per poco non rischiava di portarlo via. Il pronto intervento di Kjaer e compagni prima e dei medici poi, probabilmente, gli hanno salvato la vita: “Quel momento non può essere descritto. Si possono solo usare parole come 'terribile' e 'incomprensibile'. E quelle parole non bastano affatto”.
"Al Milan il mio miglior calcio"
Successivamente, Kjaer è tornato a parlare del suo presente, quindi del suo Milan: "È il club dove mi sono sentito più a mio agio. Il posto in cui il mio ruolo dentro e fuori dal campo mi si addice di più".
"Mi hanno scelto per un ruolo da leader in una squadra giovane e probabilmente dal primo giorno ho giocato il miglior calcio della mia carriera. Questo infortunio è il primo serio della mia carriera ed è dura, certo, ma fa anche parte del calcio. Ora che è successo, tornerò anche più forte di prima".
Il ricordo del super Europeo danese
In chiusura, poi, Kjaer ha ricordato il terzo posto conquistato all'Europeo: “La vittoria con la Russia è stata un riscatto e una grande gioia insieme e con tutti i tifosi. Quella vittoria non solo ci ha fatto andare avanti, ma ci ha anche dato una sorta di spazio libero, dopo tutto quello che avevamo passato".
Infine, il difensore ha parlato della sconfitta in semifinale contro i vicecampioni dell'Inghilterra: "In quel momento ero sopraffatto dalla fatica, dalla stanchezza, dalle emozioni e dalla dura consapevolezza che ormai era finita. Ancora oggi sono infastidito dal calcio di rigore in semifinale che ci ha fatto uscire”, ha chiuso Kjaer.