Tutto in una settimana. Rescissione, accordo, nuova firma, ufficialità. E oggi il primo allenamento alla guida del club più 'italiano' di Turchia con Viviano, Bertolacci, Borini e altre vecchie conoscenze della Serie A come Biglia, Castro e Zukanovic.
Se a Francesco Farioli un anno fa avessero detto che sarebbe diventato l'allenatore del Fatih Karagümrük non ci avrebbe creduto. Probabilmente non l'avrebbe fatto nemmeno un mese fa quando agli allenatori e studenti della Masia, durante un corso di formazione, ha spiegato l'applicazione pratica di un approccio sistemico al calcio. Il singolo per il gruppo. E viceversa.
Dalla Lucchese al Sassuolo, passando per Benevento e l'esperienza in Qatar, Farioli ha sempre ricoperto il ruolo di collaboratore, tassello di uno staff che soffre ed esulta in panchina ma lontano dalle telecamere.
E' stato però anche l'uomo spesso cercato per un abbraccio carico di emozione dopo un gol; una volta da Caputo, un'altra da Brignoli, indimenticabile nel 2017 quando al Vigorito contro il Milan è diventato un portiere goleador. Tablet in mano, fogli con schemi pronti per dare le ultime indicazioni prima di una sostituzione: una vita a bordocampo da 'fedelissimo'.
Da vice alla prima esperienza da allenatore
Adesso c'è il Karagümrük e due anni e mezzo di contratto per rendere sempre più europeo un altro club di Istanbul che aveva salutato la Super Lig nel 1984 prima di ritrovarla soltanto questa stagione; la prima dopo 37 anni, la prima in assoluto per Farioli che l'ha iniziata come vice all'Alanyaspor.
Occhi addosso e interesse suscitato in breve tempo, complice il curriculum di livello - tenendo conto dell'età - e uno speciale che la televisione turca ha trasmesso per spiegare il Sassuolo-pensiero, la sua applicazione in Super Lig e la mano di Farioli su una proposta di gioco che in quel campionato si è rivelata un'innovazione. Nulla è passato inosservato; nè l'insolito ed efficace coinvolgimento del portiere nella costruzione del gioco, nè le 14 settimane in cui l'Alanyaspor è rimasto al vertice della classifica.
Così, a 31 anni (32 il 10 aprile, per spegnere le candeline in trasferta contro il Galatasaray), ha conquistato un club neopromosso ma con grandi ambizioni e attualmente ottavo in classifica. Laureato in Filosofia, nato preparatore dei portieri e cresciuto con un'altra filosofia, quella di De Zerbi che lui stesso riconosce come maestro al quale sarà sempre riconoscente e del quale adesso è diventato collega a tutti gli effetti.
Il suo calcio
I tifosi del Karagümrük dovranno aspettarsi il modello Sassuolo, con tanto possesso palla e con un pressing forte quando la palla ce l'hanno gli avversari, sulla scia di Gasperini e Juric. Niente di scontato quando si vuole puntare alla creazione di un modello di gioco definito e di un'identità di squadra riconoscibile.
In attesa dello staff (internazionale) al completo e dell'esordio dopo la sosta contro il Rizespor, la curiosità è tanta e non solo da parte dei tifosi del Karagümrük per questa svolta italiana nella Primavera di Istanbul. Una sfida intrigante e una grande responsabilità allo stesso tempo, per rendere più solido questo ponte 'europeo' come solo il calcio riesce a fare.