Episodio molto discusso nei minuti di recupero di Juventus-Nantes. Su un cross dalla destra di Cuadrado, Locatelli colpisce di testa. Il pallone sembra indirizzato verso lo specchio della porta quando una deviazione lo manda sul fondo.
Al replay si nota che la deviazione del difensore, Centonze, è avvenuta con il dorso della mano. L'arbitro, il portoghese Pinheiro, viene richiamato all'On Field Review. Dopo una serie di replay, la decisione: è fallo in attacco; come si evince dalla mimica del direttore di gara, viene sanzionata la spinta di Bremer ai danni dell'avversario. Ci spiega l'episodio Gianpaolo Calvarese.
Rigore non assegnato alla Juve contro il Nantes: cosa è successo
Il primo elemento da considerare è che il tocco di mano di Centonze è punibile: indipendentemente dalla volontarietà o meno, in questo caso prevale un fattore geometrico. Tradotto: il braccio è nettamente al di sopra delle spalle, e questo rende il tocco sanzionabile. Ma quello di Bremer sul difensore del Nantes è fallo?
No, si tratta di un normale corpo a corpo, uno di quei contatti di gioco che spesso si vedono in occasione di cross e palle da fermo; Bremer salta molto più in alto dell'avversario, che non sarebbe mai arrivato sulla palla. E d'altronde il difensore non protesta nemmeno (il che di per sé non è un fattore determinante, ma è indicativo).
L'errore in questo caso è anche del Var: chi siede davanti al monitor seleziona le immagini che verranno mostrate di fatto a tutto il mondo tramite la tv, e in questo caso sceglie due inquadrature diametralmente opposte, fra tutte quelle a sua disposizione, ottenendo di conseguenza immagini contraddittorie. La prima appura il tocco di mano, e non mostra alcun fallo; la seconda invece è quella che l'arbitro userà per decretare la presunta spinta e quindi la punizione per il Nantes: ma è un'immagine rallentata, e più si rallenta un replay più l'intensità di un tocco sembra aumentare. Un errore che porta a una interpretazione sbagliata dell'arbitro.