Grandi sfide e importanti cambiamenti: la vita di Gabriel Brazão è tutto questo. Una passione quella per il “desafio” che lo ha accompagnato in tutte le scelte che ha fatto fin qui. Ha cambiato città, continente, perfino il ruolo in campo. “Da bambino facevo l’attaccante, ma a 8 anni ho scoperto che mi piaceva giocare in porta e ho cambiato ruolo. Avevo capito che non ero molto portato in attacco e sia i miei amici che i miei allenatori mi hanno consigliato di provare tra i pali, è stata la scelta migliore” ha dichiarato ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Da Uberlandia a Belo Horizonte: 500 Km per inseguire un sogno
Una sfida vinta, la prima di tante. Perché a credere in quel ragazzo che è passato dal campo alla porta è il Cruzeiro, uno dei grandi club della sua regione, ma comunque lontano da casa più di 500 Km. “Il Cruzeiro mi ha aperto le porte, ero molto giovane, avevo 12 anni, ero andato via di casa senza i miei genitori. Era tutto differente per me. Oggi a 18 anni sono un ragazzo che ha già grandi esperienze di vita”.
Un bambino lontano da casa, da mamma e papà, pronto a lanciarsi verso una grande carriera. “È stata una grande sfida andare via di casa, mi piacciono le sfide. Sono contento di esser stato al Cruzeiro, è una grandissima squadra in Brasile, è stata una soddisfazione enorme poterci giocare e arrivare grazie a loro anche in nazionale”.
E lì al Cruzeiro ha scritto pagine importanti con le giovanili, diventando famoso per aver festeggiato un rigore parato in un derby con l’Atlético Mineiro imitando una gallina, visto che il gallo è il simbolo del club rivale. “Tra Cruzeiro e Atlético c’è grande rivalità. Mi piace molto scherzare con i miei amici e con gli avversari, lì avevamo vinto un grande torneo in Brasile. Era il momento migliore per lasciarsi andare”
Dal Cruzeiro è arrivato in nazionale: sia con la Sub 17, dove è stato il miglior portiere del Mondiale di categoria, ma anche addirittura in nazionale maggiore, grazie a una chiamata a sorpresa di Tite. “Quando è arrivata la convocazione ero a casa coi miei e mi avvertì mio padre. Pensavo che mi avesse chiamato la Sub 20 e invece era la Seleção! Non me lo aspettavo, ero felicissimo, è stata una delle più grandi emozioni della mia vita.”
La Parma di Brazão
Brazão, portiere già da nazionale e pronto per il salto in Europa. La sua nuova sfida si chiama Parma, club di grande tradizione per i brasiliani, tra cui anche un grande portiere come Cláudio Taffarel. “Taffarel mi ha parlato bene del club e della città. È una leggenda in Brasile e ho avuto la fortuna di poter lavorare con lui in nazionale, quando mi ha chiamato il Parma sapevo che era qui che volevo venire”.
La storia del club lo ha convinto ad accettare, l'accoglienza dei compagni gli ha fatto capire di aver fatto ancora una volta la scelta giusta. "Da quando sono arrivato tutti mi hanno accolto bene, qui mi sento a casa". Merito anche dei colleghi Sepe e Frattali e Bagheria, oltre che del preparatore dei portieri Bartoli. “Sono gentilissimi e dico grazie anche al preparatore dei portieri Bartoli, con loro parlo italiano, mentre Bruno Alves che parla la mia lingua è un grande amico e mi sta aiutando molto”. Adesso si allena, sognando l’esordio in Serie A. “Tutto ha il suo tempo, adesso penso solo al allenarmi e a crescere”.
Serenità e pazienza, oltre al duro lavoro per provare a diventare come i suoi riferimenti: Buffon, Fábio (leggenda del Cruzeiro) e Júlio César. “Sono questi i miei idoli, ho sempre sognato di essere come loro da quando sono piccolo. Mi piacciono tutti e tre: non so a chi assomiglio di più, ma ho qualcosa di ognuno di loro. Anche se preferisco essere me stesso”. Spontaneo ma ambizioso, riservato ma già con la testa di chi è abituato a vincere le proprie sfide.