Tre gol per entrare nella storia: "È stato incredibile". E nei cuori della gente: "Poi con tutti quei tifosi. Festeggiare con loro è stato bellissimo". Ilhan Mansiz è quel classico giocatore della serie "Ti ricordi dove è finito?" Ma l’ex attaccante turco non è esistito solo per quei tre gol al Mondiale in Corea. Dietro quei festeggiamenti, come sempre, c’è un teatro molto più grande che ci ha raccontato ai nostri microfoni.
Tutto, tranne che il calcio
Tutto parte da Kempten, sud della Germania, quasi al confine con Austria e Svizzera. "Sono nato in Germania e crescere lì non è stato semplice. C’era tanta discriminazione verso i turchi". La salvezza nel calcio. "Ho iniziato a giocare a quattro anni. Fortunatamente c’era una forte comunità turca che ho trovato sia in campo che fuori e che mi ha aiutato molto".
Eppure il futuro di Ilhan non sembrava essere nel calcio. Prima torna in Turchia dove firma il primo contratto da professionista a 19 anni. "Ma dopo 6 mesi ho smesso di giocare a calcio e sono tornato in Germania. Avevo perso quella connessione con il calcio ma continuavo ad allenarmi da solo. Passano altri 6 mesi e sono tornato in Turchia per motivi economici. Prima ricomincio a giocare con gli amici, poi mi notano e mi prendono in Serie B dove ho avuto una grande stagione".
Dal Mondiale dei sogni agli interessamenti di Bayern Monaco e Chievo
Da lì l’arrivo al Besiktas e la svolta con la convocazione al Mondiale del 2002. "Avevo fatto una grande stagione al Besiktas, mi aspettavo di venire convocato. Anche se all’epoca era difficile entrare in nazionale. Poi in attacco avevamo grandi giocatori". In quella Coppa del Mondo gioca tutte le partite nonostante prima della Corea avesse solo poche presenze in nazionale.
Ma la magia del Mondiale ha colpito ancora. È tra i protagonisti assoluti di quel magnifico torneo della Turchia: prima il gol decisivo ai supplementari contro il Senegal, poi la doppietta contro la Corea del Sud per conquistare il terzo posto. Gli unici a fermare quella Turchia sono stati i brasiliani, guidati da Ronaldo, in semifinale (poi vincitori del Mondiale). Se Ilhan ricorderà per sempre quella Coppa del Mondo con gioia, in Italia un po’ meno grazie a Byron Moreno e la Corea. "Sinceramente non ci abbiamo pensato al fatto che potessero usare gli arbitri anche contro di noi. Però se metti il meglio di te stesso in campo, batti anche gli arbitri".
Il Mondiale lo aveva fatto esplodere. "Ero stato contattato dal Bayern Monaco e dall’Herta Berlino. Anche il Chievo Verona ci aveva provato, avevano parlato con il mio agente". Purtroppo però nessuna delle trattative si concluse perché dopo il Mondiale Mansiz si è dovuto operare.
Mansiz: le operazioni e la rinascita con il pattinaggio
Quello però sarà l’inizio della fine della carriera da calciatore. "Ho subito tre operazioni che non mi hanno permesso di tornare a giocare come un tempo. Per due anni dopo il ritiro ero tornato in Germania per sistemare le gambe, facevo terapia 5 giorni alla settimana". Proprio mentre era in Germania, arriva una proposta da parte del programma turco Star on Ice. Un talent show dove i personaggi famosi gareggiavano nel pattinaggio artistico. "Era una nuova sfida e volevo provare che non importa l’età, puoi raggiungere gli obiettivi che vuoi".
Ilhan vince il programma e tenta di qualificarsi in quella disciplina per le Olimpiadi invernali del 2014. Ma "i gol alla Coppa del Mondo li preferirò sempre. Anche se sarebbe stato bello andare alle Olimpiadi. Mi allenavo molto di più a pattinaggio che a calcio, che però sarà sempre il mio sport".
Fuori il calcio e il pattinaggio. Ora Ilhan deve ripartire un’altra volta. "Mi piace provare nuove cose. Ora sto creando il mio canale digitale. Vorrei anche diventare allenatore, o comunque rimanere collegato al calcio. Posso aiutare le nuove generazioni. Ho obiettivi da raggiungere anche nel golf ma a quelli ci penserò più tardi". Ve lo avevamo detto, Ilhan Mansiz non è solo gol e Coppa del Mondo. Il teatro che l’ha portato ad essere chi è oggi è grande, e non smette di lavorare.