Lavoro, legami e appartenenza: Fabbian, "Il coraggio di volare"
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Data: 03/02/2024 -

Lavoro, legami e appartenenza: Fabbian, "Il coraggio di volare"

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Dalle giovanili del Padova, passando per lo Scudetto con la Primavera dell'Inter e le volèe di Djokovic. La mezzala classe 2003 e il Bologna
Dalle giovanili del Padova, passando per lo Scudetto con la Primavera dell'Inter e le volèe di Djokovic. La mezzala classe 2003 e il Bologna

Terra, famiglia e spirito di sacrificio . Nessun manuale, nessuna teoria. L'insegnamento della campagna. Austerità e devozione al lavoro. Una continua ricerca della costanza produttiva. Fatica, sudore e tanta pazienza. Questa è la cultura che, dalla stesa della pianura padovana, conduce Giovanni Fabbian, mezz'ala classe 2003 del Bologna, a toccare con mano le sue ambizioni. Un'esortazione a non arrendersi. Idee, principi e personalità. La concezione del lavoro e della ricerca del risultato; come tradizione veneta imponente. Il sudore per raggiungerlo la soddisfazione più grande. Questo è essere Fabbian: un grazie e un sentimento di appartenenza unico e invidiabile.

 

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Bologna: mamma aveva ragione

Il Giovanni Fabbian che cresce partita dopo partita nel Bologna di Thiago Motta ha un'unica residenza: Rustega. In veneto è la traduzione di “rustico, austero”. Piccola frazione del comune di Camposampiero in provincia di Padova. Fra distese di campi e vita contadina che lo circonda Giovanni cresce con la consapevolezza dell'importanza del lavoro. Coltivare i propri progetti e portarli a termine. Il sorriso del sacrificio ripagato non avrà eguali. E quel “coraggio di volare” che mamma gli ripete fin da piccolo, giorno dopo giorno, inizia a ergersi a mantra indiscutibile. Raccontare Fabbian. Sguardo sincero, nessuna spocchia, una frangetta sulla fronte come molti “putei” e un sorriso sempre acceso negli occhi. Rustico nella sua semplicità, austero nella sua convinzione di arrivare. Anche in occasione della gioia più intensa: il primo gol in Serie A. 

 

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A pochissimi minuti dal suo ingresso in campo, contro il Cagliari di Sir. Claudio Ranieri. In una partita che, al minuto 89, sembra proiettata verso un inesorabile pareggio. Poi, però, quella tenacia sviluppata tra un rovescio, una volèe con gli amici d'infanzia e un sussulto guardando Sinner e Djokovic uniti alla pazienza che predica mamma si palesano in tutta la sua energia. E così, quel pallone carambola sui suoi piedi e non resta che spingerlo dentro. Giovanni Fabbian: la forza dei sogni. Che sia Coppa Italia o il torneo con gli amici nello storico campetto in cemento di Rustega piuttosto che il campionato Under 15 con il Padova non fa differenza. Per Giovanni è il percorso che merita di essere vissuto. Quel viaggio fatto di ambizioni, di desideri e rinunce che oggi è un senso di appagante soddisfazione. Frutto di un sentimento di riconoscenza verso le origini: il “coraggio di volare”.

 

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Fonte Martina Cutrona

 

Fra pallone e sentimenti c'è di mezzo un Fabbian

Tempra veneta. Affetti e senso di appartenenza. Di cui il pallone è l'anello di giunzione più prezioso. L'incoraggiamento onnipresente di papà. Da sempre amante del calcio e giocatore per passione nella categoria over 50 della sua zona. E poi il nonno. Forse il regalo più bello del Giovanni professionista. Un sogno frenato dalla forza della realtà al quale nemmeno Nereo Rocco riesce a far fronte. “ El Paron” è folgorato dalle qualità di nonno Fabbian; un libero d'altri tempi che incanta in quarta serie veneta con la maglia del Giorgione. Altri anni, altre priorità, altre esigenze e concezioni. 

 

Il bisnonno di Giovanni non lascia partire l'unico figlio maschio della famiglia. Così, oggi, il centrocampista del Bologna porta anche questo vessillo. Rendere possibile il sogno di una delle persone più importanti della famiglia. Quei nonni che va a trovare appena può per poter condividere con loro un pasto che trasforma la banalità in essenziale. Ormai una regola all'indomani di ogni gol segnato. Dal Cagliari al Torino. Dopo il Sassuolo? Unione e senso di appartenenza: il cuore di casa Fabbian.

 

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Da Inzaghi a Motta: il viaggio di Fabbian è fatto di incontri

Pochi fronzoli e tanta sostanza. O come dice papà Alberto al Resto del Carlino:Testa attaccata al collo” . Caratteristiche non scontate. Le stesse che rendono meno pesanti gli innumerevoli viaggi in pullman per recarsi agli allenamenti a Padova. Tanto al ritorno passa papà. Ma anche quelle che lo supportano nella scelta di salutare la campagna per la città. Milano si manifesta nei campi di Interello, il quartier generale del vivaio dell'Inter. Quel “coraggio di volare”. Crescita costante, acquisizione di consapevolezza e legami. Uno Scudetto Primavera da vivere da protagonista con 39 presenze, 9 gol e 5assist che riassumono un quadro gratificante e formativo indelebile nel Fabbian di oggi. Willy Gnonto e Cesare Casade i ricordi di Giovanni

 

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La figura di Nicolò Barella e compagni del calciatore. Dove l'ex Cagliari spicca per attenzione riposta sugli altri. Questione di idoli, di esempi e traguardi. Toni Kroos il nastro da tagliare. Da Simone a Filippo: nel segno degli Inzaghi. Con il secondo a centinaia di chilometri da casa, l'exploit di presentazione. Fra le fila della Reggina dove fa il suo esordio in Serie B. Chiuderà la stagione con un bottino di 8 reti . Una delle mezze ali più decisive del campionato. “Il coraggio di volare”. Quanto al seguito è cosa nota. Thiago Motta vede nel calciatore la risorsa del Bologna. Alla quale basta sussurrare nell'orecchio “Entra e fammi gol ”. Fatto. In fondo, l'ha promesso al nonno. 

Tags: Serie A



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