Nothing is impossible! Triplo salto in avanti, dalla Serie D alle sfide con Juventus, Roma, Napoli e le altre.. Eccola la (bella) storia di Jacopo Pietro Murano, 26 gol in 33 partite maglia del Savona sulle spalle e una chiamata, quella giusta, sul display del telefonino la scritta Serie A. "Ancora devo capire cosa sta succedendo". "Lo volevano in B, tanti gli occhi della Lega Pro puntati sull'attaccante classe '90, alla fine lo ha preso la Spal. "Erano un po' di giorni che giravano voci su di una possibile chiamata in Serie B, - racconta a Gianlucadimarzio.com Jacopo Murano - già pensare di fare il doppio salto era una cosa incredibile, figuriamoci il triplo". Da Savona a Ferrara, andata e ritorno: 2000 km di felicità per Jacopo, con tappa a Riccione: "dal mio amico Raffaello, per spezzare il viaggio. - durante il quale - In macchina guardavo e riguardavo la firma sul preliminare per vedere se era successo per davvero".
Nessun sogno, è tutto vero. Navigatore acceso, la destinazione impostata e la Serie A, dopo una stagione "positiva: a Savona mi sono trovato benissimo, ricordo ancora quando a luglio mi hanno chiamato prima Braghin (allora allenatore) e poi il direttore (Sportivo Canepa). Ho iniziato bene e finito meglio, poi mi sono sentito a casa: mi hanno sempre coccolato tutti, mi hanno fatto sentire parte di un progetto importante e sono riuscito a dare il meglio". Fiducia ripagata sul campo, partita dopo partita e, soprattutto, gol dopo gol. "Ma mai avrei pensato di riuscire a fare così bene, anche perché non è mai facile". Invece... La voce di chi ancora sta realizzando quanto successo, per Jacopo ora è tempo di riavvolgere il nastro. "Gli inizi? A sei anni, nelle giovanili del Potenza, la mia città". I primi calci veri "in Serie D all'Fc Sporting Genzano, andò bene e arrivò la chiamata del Campobasso, poi firmai tre anni di contratto a Taranto in C1".
I prestiti a San Marino e Montichiari, la testa "un po' ballerina di chi ha vent'anni, ma a quell'età può succedere di essere un po' così" sorride Murano, che dopo il fallimento del Taranto firma per il Brindisi. "Dove dopo dieci giorni mi sono rotto il crociato, ho pensato di smettere. Anzi, avevo praticamente smesso. Durante i lunghi mesi di riabilitazione lavoravo nel negozio di papà (Giuseppe, ottico e qualche calcio dato ad un pallone nelle serie minori) a Potenza". Non avessi fatto il calciatore quindi? "Avrei continuato il lavoro dei miei. - anche mamma Michela è ottica, mentre il fratello Ettore (18 anni) dopo la maturità scientifica a settembre inizierà l'università alla Bocconi a Milano - Avevo anche iniziato i due anni per ottenere il diploma per potermi aprire un negozio". Il richiamo del prato verde però era troppo forte. "Di mattina andavo in negozio a lavorare, al pomeriggio al campo ad allenarmi. - scarpini di nuovo ai piedi ricomincia a giocare - al Potenza in Eccellenza, con degli amici che erano con me nelle giovanili".
Com'è andata? "Venti gol nel girone di andata, - dopo il quale Jacopo smette di andare in negozio - diciassette in quello di ritorno". Totale? Facile per un matematico come lui. "Trentasette reti, quelle che servirono a rilanciarmi". È il 2014. Il resto è storia recente. Passaggio al Monopoli, poi i sei mesi a Grosseto (sei gol nonostante le poche partite in campo) e quelli alla Recanatese (dove i gol diventano nove). A mettere gli occhi su Murano è il Savona, grazie al grande lavoro di scouting del ds Roberto Canepa e alla nuova proprietà del presidente Cavaliere, capace tra metà giugno e gennaio di rifare una squadra per intero. Tra i colpi messi a segno, la punta centrale di Potenza. "Anche se io nasco esterno, i primi due anni di Under nel 4-4-2 ho fatto l'esterno. Inizialmente facevo fatica a giocare spalle alla porta, anche nel Recanati giocavo 4-3-3 largo a sinistra. Sono sempre stato una seconda punta, quest'anno è stato strano: sono stato impiegato da prima punta, mi sono trovato a mio agio e ho fatto più che bene, ho scoperto questo nuovo ruolo". Caratteristiche tecniche? "Sono uno potente, sono 1 e 85 per 80 kg, non sono uno leggerino, - scherza il ragazzo - però paradossalmente anche essendo alto una delle mie qualità è la velocità".
Senza palla e soprattutto palla al piede. "Idolo? Ronaldo, ma de Lima eh - sorride Jacopo - avevo dieci anni. Ricordo tutti i video dei suoi gol a memoria, ho provato anche a ispirarmi alle sue giocate, ma è difficile però. - sorride ancora. - E poi Shevchenko, la squadra mia del cuore è il Milan". Quando non insegue un pallone, "mi piace fare cose tranquille: un giro in centro, uscire a cena con gli amici. - sempre assieme alla fidanzata Martina - Conviviamo da quattro anni, presto avremo un bambino". Maschio, il nome? "Ancora non lo abbiamo deciso". In attesa di deciderlo, Jacopo può già dedicargli la prima chiamata tra i grandi, quella più importante. "Dedicata a lui, a Martina e a tutta la mia famiglia, che mi è sempre stata vicina". Ma non solo. "La dedica va anche a Giovanni (Angelucci), il mio allenatore ai tempi delle giovanili del Potenza. Ho iniziato a dare calci ad un pallone con lui quando avevo sei anni, mi ha tirato su fino ai quattordici: per me è stato come un secondo padre in campo. Se l'ho già sentito? Certo, lo sento sempre, mi ha detto che ha sempre saputo che ce l'avrei fatta, ma di sicuro si non si aspettava una notizia del genere". Quale? Quella di una serie A finalmente arrivata, dopo tanta strada e tanta gavetta.
"C'ho sempre creduto, meglio tardi che mai. Ho sempre lavorato per salire il più in alto possibile, non avrei mai creduto di firmare un contratto in Serie A ma ho lavorato sempre senza risparmiarmi". Dando tutto. Eccolo uno dei segreti di Jacopo Murano, dalla Serie D alla Serie A tutto in una notte: senza però mai dimenticare da dove si è partiti, i momenti difficili attraversati e i tanti sacrifici fatti. "Ricordo ancora gli inizi, le prime partite: il primo rimborso? Allo Sporting Genzano, 400 euro. Che ci ho fatto? Forse mi sono andato a mangiare quattro pizze, ricordo solo che sono finiti presto" sorride Jacopo sguardo rivolto al passato. "Il futuro? Quello che verrà verrà, io cercherò di farmi trovare il più pronto possibile, di giocarmi al meglio le mie carte". L'appuntamento è al "7 luglio, quando inizierà il ritiro, poi si vedrà". Ora è tempo di godersi il momento e quella chiamata speciale: "di quelle che non si possono rifiutare, restare al Savona alla quale devo dire solo grazie non mi sarebbe dispiaciuto, ma al sogno di una vota non si può dire di no". E allora in bocca al lupo, per questo triplo salto. Dalla Serie D alla A, 2000 km di felicità cuore a mille e contratto visto e rivisto tra le mani. Tranquillo Jacopo, non stai sognando. È tutto vero.