Esperienza e carattere: ecco Mirallas, l'obiettivo della Fiorentina
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Data: 03/08/2018 -

Esperienza e carattere: ecco Mirallas, l'obiettivo della Fiorentina

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Dalle difficoltà iniziali in Francia all'esplosione in Grecia, passando per l'amore per l'Everton e una stagione 2017-2018 da dimenticare. Alla scoperta di Kevin Mirallas, l'esterno offensivo che Corvino pensa di regalare a Pioli
Dalle difficoltà iniziali in Francia all'esplosione in Grecia, passando per l'amore per l'Everton e una stagione 2017-2018 da dimenticare. Alla scoperta di Kevin Mirallas, l'esterno offensivo che Corvino pensa di regalare a Pioli

Corre tanto, in modo imprevedibile. In fin dei conti è un po’ il riassunto della sua vita. Lo ha fatto fin da subito, fin da quando - appena sedicenne - decise di lasciare il Belgio per inseguire il proprio sogno in Francia. Kevin Mirallas stava per ripetere il percorso inverso, anche. Tanto talento sì, ma inespresso. Non quello che si aspettavano un po’ tutti, soprattutto dopo il giorno del suo esordio. Non aveva nemmeno 18 anni Kevin, ma si ritrova davanti il Psg. Entra all’81esimo al posto di Matt Moussilou e dopo tre minuti segna il gol vittoria. Di lì gli viene concessa fiducia. Lui ci prova e segna contro le big, dal Lione al Marsiglia. Chissà che non possa ripetersi anche in Serie A con la maglia della Fiorentina.

Perché questo vizio, di fatto, non lo perderà nemmeno dopo, anzi. In Francia lo stanno per rispedire al mittente, allo Standard Liegi, laddove è cresciuto. Invece all’ultimo spunta fuori l’Olympiakos, che se lo porta all’ombra del Pireo. Qui esplode, per la gioia dei tifosi. Gioca esterno di attacco, ma spesso anche come unica punta. Nel primo campionato ne fa 14, nel secondo 20. Punisce le rivali principali, come il PAOK, l’AEK e il Panathinaikos. “Troppo forte per rimanere in quel campionato” Pensano in Inghilterra. Detto, fatto: l’Everton bussa alla porta e lo fa suo.



Diventa il quinto belga di sempre nella storia della Premier a livello di assist. Di gol non ne fa tantissimi, appena 38 in oltre 180 partite. Quelli che fa, però, sono belli e vari. Segna al Tottenham con un destro a giro sotto l’incrocio nel novembre del 2014. Lo fa su punizione contro l’Aston Villa nella stessa stagione. In coast to coast come piace agli inglesi l’anno prima con lo Stoke. Si innamora della filosofia dei Toffees: “Non c'è niente di più bello che giocare in Europa sotto i riflettori a Goodison Park” Dirà dopo aver conquistato l’Europa League due anni fa: “Lukaku va allo United? E’ la vita, ma penso che l’Everton sia meglio”. Saluta così l’amico e compagno di Nazionale quando quest’ultimo decide di sposare la causa di Mourinho. Quante partite alla playstation con lui: pare che una volta Lukaku ne abbia prese così tante da spaccare il pad.

Ha anche un bel carattere Kevin, proprio quello che Pioli chiede alla sua squadra. Anche meno però, possibilmente. 44 ammonizioni e 4 espulsioni in carriera. Nell’aprile del 2013 se la vede molto da vicino nel tunnel dello spogliatoio con Wilshere, al quale aveva schizzato un po’ d’acqua sul viso. L’inglese non la prende bene e lo afferra per il collo. Separarli non fu facile. Così come non lo è stato gestirlo nell’ultimo anno per i suoi allenatori. Nel novembre scorso l’Everton è 18esimo in classifica, nonostante un mercato da grande. Lui è in rotta con il club, che in estate gli ha impedito di tornare all’Olympiacos. Gioca pochissimo, solo 72’ in Premier per lui. Fino all’espulsione dalla rosa a causa “di una mancanza di dedizione” dirà il club. L’Everton a gennaio lo accontenta e lo lascia partire per il Pireo. I tifosi lo accolgono con grande entusiasmo, una folla oceanica gli da’ il benvenuto. Troppo importante il suo nome per una lega caduta a pezzi. Lui però segna soltanto due gol in 15 partite. Contro l’Apollon Smyrnis viene sostituito dopo un’ora di gioco. Non la prende bene, si arrabbia e viene retrocesso in Under 20




Il suo 2017|2018 da incubo finisce con l’esclusione dal Mondiale russo. Troppa la concorrenza in avanti, anche per chi il Belgio delle stelle lo ha visto nascere. Kevin, infatti, debutta nel 2007, segnando nel 3-2 contro la Serbia. Un anno dopo eccolo proprio al Franchi, quella che potrebbe la sua prossima casa. Il Belgio dei giovanissimi Kompany, Vertonghen, Dembelè, Fellaini e Witsel viene strapazzato dall’Italia di Donadoni, pronta a volare in Austria e Svizzera per l’Europeo. Continuerà a far parte di quella nazionale fino ad oggi, tanto che l’ultima presenza risale al marzo scorso contro l’Arabia Saudita. Il suo ex allenatore Martinez lo convoca per tutte le qualificazioni al torneo. Poi, sul più bello, a malincuore decide di lasciarlo a casa: "Non ho convocato Nainggolan per questioni personali? No, un ct deve essere il più neutrale possibile. Altrimenti non avrei lasciato fuori dalla lista Mirallas, con cui ho lavorato per anni" Sbotta lo spagnolo prima dell'inizio del Mondiale.


Insomma, la Fiorentina come occasione di riscatto. Pioli ha terribilmente bisogno di un esterno offensivo come lui, che sappia correre sulla sinistra e garantire gol e assist. Lo faceva anche un certo Juan Manuel Vargas, nato il suo stesso giorno e che a Firenze ha saputo farsi apprezzare. 13 le partite di Champions giocate dal belga, 29 quelle di Europa League. Quasi 31 gli anni, ma ancora tanta la voglia di continuare a correre. Chissà, destinazione Serie A



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