Come un branco di lupi che nella difficoltà si compatta. Marcolini chiama a raccolta i suoi giocatori prima della partita contro la Roma, che ha poco di importante ufficialmente, ma tanto nell’orgoglio dei suoi giocatori. Una scena da film, come in ogni maledetta domenica o come un discorso di Leonida ai suoi spartani.
Carico di grinta, sentimenti e chissà anche di rivincita. Di una rabbia che spinge da dentro, per colpa dello scaturirsi di eventi al quale allenatore, staff e giocatori non possono opporsi.
Così inizia Roma-Avellino. Una situazione paradossale: il comunicato della Covisoc arriva quando sul cronometro scocca il terzo minuto d’orologio. È solo l’ufficialità di una notizia che era già nell’aria: Avellino escluso dal prossimo campionato di Serie B, almeno per il momento fino alla prossima settimana, quando il Collegio di Garanzia del Coni si esprimerà definitivamente. La partita che si gioca in campo è però estranea da quella che si svolge all’interno degli uffici. I biancoverdi se la giocano alla pari, sugli spalti invece sono più numerosi quelli della Roma, ma il frastuono arriva dal settore ospiti. Instancabili, stoici e incessanti. Nonostante il caldo di Frosinone. Nonostante la sentenza amarissima, che avrebbe dovuto abbassare i decibel. Il ritmo dei tamburi scandisce i secondi che scorrono del cronometro, le urla di Marcolini guidano invece i suoi giocatori in campo. Una prova d’orgoglio per i giocatori dell’Avellino che ancora non avevano effettuato prove tattiche visto i pochi giorni di ritiro, ma in campo sembrano giocare a memoria.
Il gol di Schick sembra il normale svolgersi della narrazione. Una conseguenza quasi scontata che esprime il mero valore delle due squadra, almeno sulla carta. In campo invece il discorso è diverso. I tifosi alzano ancora di più la loro voce, che con il passare del tempo diventa rauca ma si riempie di passione. Una passione che riempie il petto e le maglie dei giocatori, fino alla fine.
Fino al novantaduesimo quando Paghera interrompe il corso degli eventi, pareggiando inaspettatamente. Un’esplosione di gioia. Sugli spalti, in panchina. Quasi esagerata vista la posta in palio, la normale conseguenza della tensione accumulata in questi giorni d’incertezza. Si riversano in campo tutti i giocatori della panchina insieme a Marcolini, si riunisce compatto il brando di lupi. Uniti in questo momento di difficoltà, con la voglia di giocare dove la passata stagione hanno meritato di essere. Per tornare a rivivere le emozioni della Serie B, come in ogni maledetto sabato.