Non è ancora scoccata all'Europeo Under 21, e l'Italia deve sperare che non lo faccia proprio stasera. Ma il Belgio la sua freccia d'oro ce l'ha e si chiama Dodi Lukebakio. Mestiere: partire dalla destra e non farsi prendere più. 14 gol in 34 presenze con la maglia del Fortuna Dusseldorf nell'ultima stagione, tra cui una tripletta contro il Bayern che ha fatto la storia. A fine partita erano arrivati anche i complimenti di Franck Ribery: mica male, per un classe '97.
Lukebakio è cresciuto nelle giovanili dell'Anderlecht. Il classico talento da sgrezzare, che arrivava tardi agli allenamenti e che quando è stato mandato in prestito al Tolosa nel 2016 non ha potuto giocare per mesi...perché privo di documenti. Né carta d'identità, né permesso di soggiorno. Motivo per cui il giocatore ha dovuto fare in modo di disputare un'amichevole con la maglia del Congo (il paese d'origine della famiglia) che gli ha consentito così di ottenere un passaporto. Intrigo burocratico risolto.
Dopo un altro prestito al Charleroi, a puntare su Lukebakio è il Watford dei Pozzo. Solo un assaggio di Premier nel 2018 (15 minuti contro il West Ham) e poi, sempre a titolo temporaneo, Fortuna. Di nome e di fatto. Il calcio che conta scopre questo ragazzone dalla falcata lunga e letale. Il problema è che Dodi ne è fin troppo consapevole. "Se 20 milioni sono troppi per me? In questo sport non ci sono limiti e io sono molto ambizioso", ha dichiarato l'esterno destro durante l'Europeo in corso al giornale belga Nieuwsblad.
Il sogno nazionale maggiore è quasi un'ossessione, con Lukebakio che a più riprese ha manifestato la propria delusione per non essere ancora stato preso in considerazione dal ct Martinez. Intanto però l'Under 21 l'ha cambiato, ben oltre il terreno di gioco. "Il mio compagno Landry Dimata mi ha fatto scoprire il potere della fede: da allora Dio è stato la mia forza". Un gol dopo l'altro, fino allo scorso aprile. Da due mesi infatti il turbo Lukebakio si è inceppato: mors tua vita mea, il Mapei Stadium fa gli scongiuri.