Ve lo ricordate? Baffetti da ballerino di fado, passo lungo e slanciato, quel 'folletto' scritto in bianco su maglia viola quasi a definirne la natura. Gil Dias alla Fiorentina è stato così: fiammate sporadiche, lì sulla fascia destra, che hanno fatto solo intravedere i colpi di un fuoriclasse che ancora non è.
Ma quando si accende, all'improvviso, que maravilha. Ieri in Europa League lo ha scoperto anche l'Olympiacos, la nuova squadra del classe '96 portoghese. Un'occhiata al pallone vagante, stop di petto e sinistro al volo che si infila all'angolino. Da trenta metri. Il Pireo starebbe ancora acclamando il suo nuovo crack, se non fosse per la beffa finale incassata dalla Dynamo Kiev. Dias era uscito giusto tre minuti prima del 2-2 di Verbic all'89', prendendosi la scena dopo una vita.
Perché nella prima parte di stagione, al Nottingham Forest, la corrente alternata di Gil si era semplicemente spenta. 21 presenze in Championship, poche giocate e zero reti. Meglio cambiare aria. Sempre, rigorosamente in prestito: il cartellino dell'esterno d'attacco è di proprietà del Monaco dal 2014. Due stagioni in seconda squadra, poi via a farsi le ossa in Portogallo (Varzim e Rio Ave), dove Gil Dias ha dimostrato di saper fare la differenza.
Del resto, se il tuo procuratore è quello di Cristiano Ronaldo e Cancelo, il biglietto da visita è di quelli che si notano. Convinti da Mendes, nell'estate del 2017 il dg Corvino e il ds Freitas portano dunque il giocatore a Firenze: prestito biennale con riscatto fissato a 20 (!) milioni. "Il mio idolo è CR7, un onore giocare nella squadra di Rui Costa", si presenta alla stampa Gil Dias. Non ne seguirà le orme. 28 presenze e due reti (sia all'andata che al ritorno contro il Verona) nella sua unica stagione italiana. Qualche lampo, ma soprattutto la proverbiale discontinuità che a lungo andare non convincerà Pioli e l'ambiente viola.
Altro giro, altra corsa. In Inghilterra Dias sparisce dai radar: la Grecia sa quasi di ultima spiaggia. Messaggio ricevuto. Da gennaio, quattro partite e due gol. Quello di ieri se lo ricorderanno a lungo, a prescindere da come andrà a finire. Croci e delizie del ragazzo scuola Braga: per riprendere il treno del calcio che conta, dovrà acquisire la costanza del maratoneta. Ad Atene la storia gioca a suo favore, se non altro.